Leonardo Da Vinci in Lombardia: sulle tracce del genio

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Vogliamo guidarvi in un itinerario in Lombardia sulle tracce di Leonardo da Vinci. Perché? Ve lo sveliamo subito, ma prima facciamo un gioco. Chiudete per un attimo gli occhi e pensate al personaggio storico italiano che meglio ci rappresenta. Sono sicura che tra i primi nomi che inizieranno a comparire scritti nella vostra mente ci sia proprio quello di Leonardo da Vinci.

Leonardo è infatti la perfetta sintesi del genio italiano: intuizione, innovazione, studio, ricerca ed eclettismo.  Al di là dei musei più importanti al mondo, come gli Uffizi di Firenze o la Royal Collection Trust di Londra, quali luoghi possiamo visitare per ricordare la vita e le opere di un uomo che fu allo stesso tempo brillante pittore, scultore, architetto, scienziato, ingegnere e intellettuale?

La Lombardia è la regione per eccellenza: piena di borghi, città e territori che hanno segnato il passaggio del genio per definizione. Ancora oggi possiamo percorrerli immaginando di viaggiare indietro nel tempo.

Se volete approfondire la vita e le scoperte del genio italiano celebrato in tutto il mondo, vi suggeriamo una serie di destinazioni per un itinerario sulle tracce di Leonardo Da Vinci in Lombardia.

Leonardo Da Vinci a Milano

Come ci dice il nome, Leonardo era originario del borgo toscano di Vinci e arrivò a Milano nel 1482. Qui rimase ospite alla corte di Ludovico il Moro fino al 1499. Tra i diversi artisti chiamati ad abbellire il castello e il ducato di Milano, oltre a Bramante, c’era infatti anche Leonardo, in qualità di ingegnere militare e civile. Ben presto ebbe però occasione di mostrare anche il suo talento artistico

Il cenacolo e la vigna di Leonardo

Leonardo da Vinci, Ultima Cena, 1494-1498, affresco, refettorio di Santa Maria delle Grazie, Milano. Foto di Santa Maria delle Grazie.

Di Leonardo, è infatti la decorazione pittorica della sala delle Asse, relativa al 1498. Sempre nel Castello Sforzesco, all’interno della biblioteca, è custodito il Codice Trivulziano, che racchiude appunti e progetti datati tra il 1478 e il 1490.

I nostri suggerimenti suoi luoghi di Leonardo da Vinci in Lombardia non possono che aprirsi con il luogo sicuramente più iconico e famoso legato al genio. Il Cenacolo Vinciano situato presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, anche inserito nella lista dei patrimoni UNESCO

Anche la Vigna di Leonardo è un luogo da visitare a Milano per rendere omaggio al grande genio. Ludovico Sforza, duca di Milano, donò a Leonardo questo vigneto nel 1498 come segno di ringraziamento per tutte le opere che il genio stava realizzando per la città. Un vigneto impiantato e coltivato nei campi in fondo al giardino della Casa degli Atellani. Lo stesso Leonardo teneva molto a questa vigna. Il regalo era inoltre simbolico: Leonardo, venendo dalla Toscana, era immerso nei vigneti. Fargli dunque dono di un vigneto in città era inteso come gesto di benvenuto, per farlo sentire di casa anche a Milano.

Ancora oggi si possono ammirare le viti originali coltivate ancora a distanza di secoli. E, particolarità non da poco, questo resta l’unico vigneto al mondo ancora esistente all’interno di una città. Ed è anche questa la sua nota distintiva: un luogo che davvero a Milano non ci si aspetta, al di là del legame con Leonardo da Vinci.

Il cavallo di Leonardo Da Vinci: una storia infinita

Leonardo da Vinci, Cavallo del Monumento Sforza, Codex Atlanticus: f. 72r, 1503-1504 circa, punta di stilo, matita nera, penna e inchiostro, 487×340 mm, Biblioteca Ambrosiana, Milano.

Ludovico il Moro propose a Leonardo di costruire la statua equestre più grande del mondo. I primi progetti risalgono al 1482 quando Leonardo pensava di realizzarlo in posizione rampante. Ponderando meglio le dimensioni che avrebbe dovuto avere l’opera finale, a Leonardo fu chiaro che sarebbe stato meglio procedere con un modello di creta. Il suo cavallo sarebbe stato enorme: alto più di 7 metri e forgiato con 10 tonnellate di bronzo. Le invasioni francesi decretarono però l’utilizzo del cavallo in bronzo come materiale per i cannoni.

Per questa triste storia però c’è un finale inaspettato. Il pilota statunitense Charles Dent, decise infatti di portare a compimento l’opera del grande genio a cinque secoli di distanza. Dopo aver studiato attentamente i progetti di Leonardo, raccolse i fondi necessari ma nel 1994 morì senza riuscire a vedere terminato il suo progetto.

Ancora una volta il cavallo di Leonardo da Vinci era a un passo dal prendere vita. A realizzare il sogno di Leonardo e di Dent, fu il proprietario di una catena di supermercati del Michigan Frederik Meijer, che portò a compimento la realizzazione della statua equestre, grazie alla collaborazione con la scultrice statunitense Nina Akamu.

Il cavallo di Leonardo è poi stato donato alla città di Milano, il luogo in cui il grande genio voleva posizionarlo. Un tributo maestoso che ancora oggi può essere ammirato presso l’Ippodromo di San Siro.

Entrare nella mente del genio all’Ambrosiana

Leonardo da Vinci, Principio di reciprocità aerodinamica e studio del volo artificiale, Codex Atlanticus: f.1058v, penna e inchiostro, Biblioteca Ambrosiana, Milano.

La Pinacoteca Ambrosiana custodisce tantissimi progetti realizzati da Leonardo a Milano. Si trova infatti qui la più grande raccolta al mondo di disegni e scritti autografi di Leonardo da Vinci dal 1637.

Il Codice Atlantico è composto da 1119 fogli che raccolgono i progetti e le idee di Leonardo dal 1478 al 1519. Ci sono schizzi, disegni per dipinti, ricerche di matematica, astronomia, progetti di marchingegni di ogni tipo e perfino ricette gastronomiche. Approcciarsi al Codice è come entrare nella mente del genio per ripercorrerne intuizioni e idee e studiarne il metodo di ricerca e di analisi.

Lungo i navigli alla scoperta delle chiuse vinciane

Leonardo da Vinci, Naviglio di San Cristoforo, Codex Atlanticus: f. 1097r, 1509, penna, inchiostro e acquerello azzurro, 295 × 204 mm, Biblioteca Ambrosiana, Milano.

Anche se non è stato Leonardo a inventare i Navigli, il suo contributo in questo progetto di ingegneria idraulica è stato comunque fondamentale. Tra il 1506 e il 1513 Leonardo da Vinci studiò, per esempio, la conca del naviglio di S. Marco con l’idea di collegare il Naviglio della Martesana alla cerchia interna dei navigli con un sistema di due chiuse, una a San Marco e una all’Incoronata. In questo modo si poteva attraversare la città sull’acqua e riuscire addirittura a collegare l’Adda al Ticino. Proprio in ragione di questi studi, di cui troviamo traccia in alcuni fogli del codice, le chiuse dei navigli sono state definite vinciane. 

Lungo l’Adda un sentiero e un eco museo omaggiano Leonardo da Vinci

Trezzo sull’Adda, uno dei territori coinvolti nell’Ecomuseo Adda di Leonardo da Vinci, nello scatto di Mario Donadoni

Se volete ripercorrere i luoghi di Leonardo Da Vinci in Lombardia lungo l’Adda troverete il “Sentiero di Leonardo”. Il passaggio di Leonardo in questa zona si deve all’incarico che Ludovico il Moro, Signore di Milano, gli affidò per risolvere il problema della navigazione sull’Adda dal Lago di Como sino a Milano.

Potrete partire dal Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago, arrivando alla vicina Chiesa Romanica dei SS. Gottardo e Colombano, collocata ad Arlate. L’edificio era l’antica sede della comunità di monache benedettine dipendenti dall’abbazia di Pontida e la sua edificazione risale ai primi del 1100.

Dopo la visita scendete lungo le sponde dell’Adda e iniziate la vostra passeggiata. La zona rientra nel Parco Adda Nord e riscuote grande successo fra gli appassionati di birdwatching. Rimanendo invece a Imbersago troverete il traghetto di Leonardo, un particolare tipo di traghetto a mano, così chiamato perché si attribuisce l’invenzione proprio a Leonardo, anche se tuttavia non ci è certezza. A oggi esistono due soli esemplari tuttora funzionanti, di cui uno unisce i moli di Imbersago e Villa d’Adda, all’interno dell’Ecomuseo Adda di Leonardo da Vinci.

Da Milano a Pavia: incontrare i committenti di Leonardo alla Certosa

Cristoforo Solari detto “il Gobbo”, Cenotafio di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, 1497-1499, marmo di carrara, Certosa di Pavia.

La Certosa di Pavia non è solo un cimitero, ma uno dei monumenti più prestigiosi dell’arte italiana e il luogo in cui è conservata il cenotafio di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, ovvero l’uomo che per rendere la sua città una capitale del Rinascimento volle Leonardo nel ducato di Milano e la donna che gli commissionò un ritratto, comprendendone l’importanza. Non potevamo quindi non inserire anche Pavia nell’itinerario dei luoghi leonardeschi in Lombardia.

A Parma: dove Leonardo fu in visita con Francesco di Giorgio Martini

Il Regisole di Parma al tramonto nello scatto di Alessia Ruini

Altra città lombarda che ha registrato il passaggio di Leonardo da Vinci fu Parma. Qui probabilmente lo scienziato si fermò nel 1490 insieme a Francesco di Giorgio Martini, spesato dalla fabbrica della nuova cattedrale. Nella città tornò, poi, ripetutamente per più volte negli anni successivi fino al 1513.

Centrale nell’impatto con Pavia, furono gli stimoli architettonici e ingegneristici che l’osservazione del Castello Visconteo poteva offrire, insieme ai sistemi idraulici della città e dell’area limitrofa. Rientrò negli studi pavesi del Vinci anche il famoso Regisole, monumento equestre romano, modello per il cavallo progettato in ricordo di Francesco Sforza.

A Mantova: Leonardo e il ritratto di Isabella d’Este

Leonardo da Vinci, Ritratto di Isabella d’Este, 1500 circa, carboncino, sanguigna e pastello giallo su carta, 63 x 46 cm, Musée du Louvre, Parigi.

Anche la bellissima città di Mantova è stata tra le mete delle peregrinazioni leonardesche in Lombardia. Infatti da Milano, nel 1499 Leonardo si spostò verso Venezia, facendo tappa a Mantova, perché la marchesa Isabella d’Este, che già aveva apprezzato il ritratto di Cecilia Gallerani che il genio aveva dipinto ne la Dama con l’ermellino, volle che Leonardo le facesse a sua volta un ritratto, che non fu mai ultimato. 

La meravigliosa città collocata nel sud est della Lombardia è circondata da 3 laghi artificiali, che ne conferiscono un quadro davvero pittoresco. Qui potrete immergervi nelle meraviglie dell’architettura rinascimentale degli edifici eretti dai Gonzaga, come il Palazzo Ducale che ospita la Camera degli Sposi famosa per gli affreschi di Andrea Mantegna. Altro edificio di grandissimo pregio è il Palazzo Te, fatto erigere sempre dai Gonzaga. 

Leonardo Da Vinci sovrintendente delle acque a Vigevano

Il Castello Sforzesco di Vigevano nella foto di Marco Geo

All’interno del Castello Sforzesco di Vigevano, borgo che vale assolutamente la pena di visitare per la sua scenografica piazza, trovate il Museo della Leonardiana, dedicato alla figura di Leonardo e al suo soggiorno in città in qualità di sovrintendente delle acque per conto di Ludovico il Moro. 

Sulle tracce del genio in Val Sassina e Val Brembana

Del soggiorno lombardo di Leonardo troviamo traccia nelle sue opere, con dettagli di paesaggi e nei suoi scritti. In merito a questi ultimi in pochi fogli del Codice Atlantico sono appuntate brevi descrizioni della Valsassina, della Valtellina, di Chiavenna e di altre località lariane. 

Leonardo era attratto dalle Prealpi lombarde fra Bergamo e Brescia, dai corsi d’acqua che da esse defluiscono a valle, nonché dal vicino Lago di Garda. Registrò le distanze tra i corsi d’acqua bergamaschi e bresciani della Val Brembana e della Valle Camonica del Lago di Iseo.

In merito alla Val Brembana ci sono diversi percorsi escursionistici adatti a chiunque, vi segnaliamo per esempio: il Passo San Marco, i Laghi Gemelli, il Lago del Prato, le Miniere di Dossena e il Passo Dordona da Foppolo.

Leonardo da Vinci e il lago d’Iseo

Leonardo da Vinci, Paesaggio montuoso, gessetto rosso, 8,7 x 15 cm, Royal Collection Trust, Londra.

La Valle Camonica e il Lago d’Iseo potrebbero avere ispirato Leonardo Da Vinci nell’ideazione degli sfondi di alcuni dei suoi dipinti più noti, tra cui forse la stessa Gioconda, o il dipinto Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino.

Un suo disegno con la mappa del Sebino e della Valle è conservato a Windsor, presso la Royal Collection. In un gruppo di circa 600 documenti, non rilegati e di formati differenti, che raccolgono studi di anatomia, geografia, caricature e carte geografiche, prodotti tra il 1478 e il 1518. Il disegno a penna e inchiostro, delle dimensioni di 39 x 27 centimetri, e risale al 1510. Sul recto compaiono due mappe abbozzate che delineano il corso dell’Oglio, il bacino del lago con Montisola, le isolette di Loreto e San Paolo, e la parte sud del Sebino, da Pontoglio a Sarnico. La trascrizione dei nomi di centri e villaggi rivieraschi è in dialetto bresciano. Sul verso vi è un altro schizzo della zona, con il biscione visconteo.

Leonardo conosceva dunque la Valle Camonica e le Valli bergamasche Brembana e Seriana. Alcuni osservatori ipotizzano che il ponte raffigurato nella Gioconda sia quello antico di Calepio e che il massiccio corrisponda alla Corna Trentapassi. Nel dipinto di Sant’Anna invece compare un monte identificabile con il Pizzo Badile e sullo sfondo le montagne tra Cerveno e Breno con la piana alluvionale del fiume Oglio; comparirebbe persino un minuscolo Castello di Breno, così come doveva apparire alla fine del XV secolo, con mura circolari di epoca veneziana.


Se state organizzando una gita nei luoghi del genio in Lombardia, vorreste forse approfondire anche la vita di Leonardo con 5 curiosità tutte da scoprire! E se vi stuzzicano i gossip scoprite con noi la storia della rivalità tra Leonardo e Michelangelo!

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In copertina: il Castello Sforzesco di Milano nello scatto di Maria Cappelli da Unsplash

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Asia Graziano

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