Livia Pomodoro e il futuro del teatro

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Nel Teatro No’hma abbiamo incontrato la sua presidentessa, Livia Pomodoro, con la quale abbiamo parlato di quella che sembra essere una vera passione: il teatro e la sua voglia di condividerlo.

Livia Pomodoro, durante la sua vita, ha ricoperto, e ricopre tutt’ora, molti ruoli, uno più affascinante dell’altro. È stata presidentessa del Tribunale di Milano, capo di gabinetto del Ministro di Grazia e Giustizia, presidentessa dell’Accademia di Belle Arti di Brera, e tanto altro.

L’abbiamo trovata all’interno del teatro, nel suo ufficio tappezzato di libri, con appesa una grande foto della gemella Teresa Pomodoro. Livia Pomodoro si alza e ci saluta, elegantemente vestita e più che mai cordiale.

Livia Pomodoro nel No’hma

Appena ci sediamo, ci parla del suo teatro, con notevole fluidità.

Inizia presentandoci il suo teatro:

“E’ un teatro aperto a tutti, non è un teatro dove si paga il biglietto. Noi ospitiamo dai senzatetto al pubblico generale.”

E continua:

“Il teatro No’hma è un teatro dell’utopia, raffinato, con spettacoli per fare interessare il pubblico a problematiche nazionali e internazionali.”

Poi facendo una pausa, afferma:

“Le utopie non possono morire.”

Livia pomodoro
Foto di Kappuccio

Livia è alla sua tredicesima stagione, ed è con passione e grande professionalità che gestisce il teatro. Non solo si impegna a stare al passo coi tempi, abbracciando le nuove tecnologie, il digitale, e avviando nuovi progetti, ma, per lei molto importante, anche a far partecipare i giovani all’interno di questo meraviglioso mondo “dell’utopia”.

“Quest’anno”, dice fiera, “c’è stato un salto di qualità. Questo è un teatro che non si arrende. L’arte, la bellezza e il teatro sono il fondamento della vita dell’uomo, non solo della sua spiritualità, ma della sua stessa esistenza.”

Poi fa una pausa, togliendosi gli occhiali, e inizia a parlare dell’amore per il pubblico, della condivisione e dell’apprezzamento ricevuto tramite i social. Guarda il cielo e, con un sorriso, ci dice:

“Ci pareva troppo poco… ci pareva di… essere un po’ anche soffocati da questa chiusura.

Riferendosi alla quarantena.

“E allora abbiamo immaginato un teatro senza barriere.”

Livia Pomodoro nel suo ufficio
Foto di Kappuccio

Ci presenta questa nuova idea, chiamata “Teatro Onlife”

Si tratta di “un teatro che, attraverso le nuove tecnologie, non fa solo streaming. Noi lavoriamo con teatri di tutto il mondo attraverso il satellite e riusciamo a trasferire, a platee infinite, e a palcoscenici altrettanto grandi e lontani, il nostro Onlife.”

Il progetto prende vita dopo la premiazione in streaming dell’anno scorso, in collaborazione col teatro Lesedi di Joburg di Johannesburg. Ciò ha permesso al teatro No’hma e il teatro sudafricano di condividere la premiazione come se fossero lì entrambi, riuniti assieme nello stesso spazio.

Streaming

Le chiediamo allora cosa spinge il teatro No’hma ad adottare questo metodo prima degli altri, e, soddisfatta, risponde:

“Noi abbiamo avuto un’intenzione, che ci è venuta dall’esperienza che abbiamo fatto con la stagione in streaming dell’anno scorso. Ma questa intuizione ci è venuta anche dal fatto che noi pensiamo che il mondo non sarà più come prima. E, quindi, non abbiamo abbracciato il digitale per il digitale. Noi continueremo a fare teatro dal vivo, e siamo convinti che il teatro dal vivo è ciò che ci contraddistingue.”

Conclude, affermando che, nonostante tutto:

“Il teatro può aiutarci molto per riunirci, anche nel digitale.”

Per leggere il nostro articolo sulla stagione in streaming di quest’anno del No’hma, clicca qui.

La nuova stagione

Il manifesto del 2021: Il tempo, lo spazio, l’umanità

Il manifesto della stagione di quest’anno del No’hma fa riflettere, come lo fanno i suoi spettacoli. Meditandoci su, la stessa Livia ci spiega:

“Perché il problema… io pensavo fosse lo spazio. Poi, invece, mi sono convinta che il tempo è il problema che gli uomini hanno. Perché gli spazi riusciamo a raggiungerli, ma il tempo ci crea delle difficoltà..”

Il lavoro con i giovani

Le chiediamo del rapporto del No’hma con i giovani e dei progetti che riguardano entrambi; “Noi lavoriamo molto con i giovani.”, afferma. “E poi, il teatro Onlife è un modo per richiamare nuove esperienze, per richiamare i giovani a fare nuove esperienze. Noi abbiamo bisogno, per esempio, di più tecnici che in passato.”

Continua parlandoci del progetto, i Murales di Via Giuseppe Zanoia, frutto della collaborazione con i giovani dell’Accademia di Brera e l’ONU, e di come il loro messaggio rifletta le realtà del cambiamento climatico.

Murales di Via Giuseppe Zanoia – Foto di Kappuccio

Secondo Livia Pomodoro, il teatro deve andare avanti

“Mi spiace che, normalmente, si facciano delle valutazioni vecchie e un po’ arcaiche (…). Il teatro può andare dappertutto, il teatro è la rappresentazione che noi diamo, noi teatranti, della realtà. E quindi deve essere disponibile in tutto il mondo. E noi questa esperienza la facciamo.”

Continua, enfatizzando l’idea:

“La faremo col teatro stracolmo di gente, come abbiamo fatto prima dell’epidemia. Ci inventeremo altre cose. E ci siamo inventati questo teatro Onlife che sarà local e global. Infatti, il nostro interesse è quello di partire da questo splendido luogo che è lo spazio No’hma e occupare quanti più spazi possibili nella città, facendo rinascere e rivivere ciò che può essere fatto nella città come faremo prossimamente col dono alla città di Milano.”

Infine, sorridendo, le chiediamo: “Se avesse una bacchetta magica, quale concezione che si ha in generale del teatro vorrebbe cancellare?”

Ci guarda, “Se avessi una bacchetta magica?” Scuote la testa. Un attimo di pausa.

“Se avessi una bacchetta magica io inviterei tutti a mettersi in relazione col teatro e i teatri, in tutti i modi possibili. E inviterei i teatranti a capire che il teatro online è un teatro vivo.”

E come darle torto?


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Giulia Zogheib

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