Gossip storico: la rivalità tra Leonardo e Michelangelo

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Leonardo e Michelangelo sono tra i più grandi artisti del Rinascimento, ci hanno infatti regalato capolavori dal valore inestimabile e di ineguagliabile bellezza. Non si contano gli studi e le interpretazioni legate alle loro opere, ma un alone di mistero continua ancora ad aleggiare intorno alle loro figure. Fortunatamente però sono giunte fino a noi testimonianze, opere e scritti che, oltre l’artista, ci hanno permesso di provare a conoscerli come persone.
E indovinate un po’?! Pare proprio che tra Leonardo e Michelangelo ci fosse grande rivalità!

Ovviamente vivendo nello stesso periodo storico e muovendosi a grandi linee negli stessi ambiti era abbastanza inevitabile la competizione. In gioco c’erano fama, commissioni e bei guadagni.
A quanto pare però la rivalità tra Leonardo e Michelangelo non si esauriva sul campo lavorativo e professionale, sembra infatti che tra i due ci fosse una profonda e radicata antipatia reciproca.

Già al tempo, sebbene in misura diversa, sia Leonardo che Michelangelo avevano grandi estimatori e guadagni. Se però dal lato artistico la loro rivalità poteva definirsi ad armi pari, dal punto di vista caratteriale erano completamente diversi.

Gemelli diversi


Leonardo era affabile, spiritoso, poliedrico, entusiasta di sperimentare e conoscere quanto più possibile del mondo che lo circondava. La gente amava stare in sua compagnia ed era attratta da questa aurea positiva che lo circondava.

Michelangelo al contrario aveva un carattere ombroso, era solitario e scontroso. Il classico artista tormentato in perenne stato di conflitto interiore. Il genere di persona che la gente preferiva evitare perché antipatico e, a quanto pare, anche tirchio.

Vasari e la rivalità tra Leonardo e Michelangelo

Forse anche per questa fama da “artista maledetto”, l’arte di Michelangelo aveva sedotto uno dei più grandi storici dell’arte del tempo, Giorgio Vasari. Nel suo trattato delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti il critico lo aveva designato come l’artista migliore del Rinascimento, il picco più alto mai raggiunto da qualsiasi altro suo predecessore e contemporaneo.

E quel genio di Leonardo? Per Vasari Leonardo era disfattista e distratto, sebbene talentuoso e capace. Secondo lui avrebbe potuto fare molto meglio e molto di più se non si fosse perso dietro ai suoi infiniti interessi!

Questioni anagrafiche

Probabilmente il difficile rapporto tra i due artisti risentiva molto anche della differenza d’età: Michelangelo infatti era più giovane di Leonardo di ben 23 anni. Quindi, quando arrivò a Firenze, si trovò nei panni del giovane talentuoso che doveva provare a farsi strada in mezzo a tanti bravi artisti.

Leonardo spiccava tra questi e, inevitabilmente, Michelangelo sapeva di doversi confrontare con lui. Superarlo avrebbe significato affermare se stesso e la propria arte, e questo lo spingeva a sentirsi e comportarsi da rivale.

Tra frecciatine…

Sebbene da persone intelligenti riconoscessero il talento reciproco e, in qualche modo, si stimassero, il più delle volte si lasciavano andare a critiche e frecciatine. Leonardo per esempio utilizzò il suo Trattato della pittura per stuzzicare Michelangelo. Nel testo infatti condannò gli eccessi anatomici usati in pittura, marchio di fabbrica dello stile michelangiolesco.

Michelangelo invece non perdeva occasione per rinfacciare a Leonardo la sua inconcludenza, le vane promesse per lavori mai conclusi e, a volte, nemmeno iniziati. Da bravo stacanovista, meticoloso e solerte, Michelangelo non condivideva l’animo leggero e, a parer suo, la poca serietà negli impegni di Leonardo.

… e screzi

Fra gli screzi tra i due, uno dei più noti è quello relativo alla collocazione del David di Michelangelo.
A opera conclusa, Leonardo e altri grandi artisti fiorentini vennero chiamati a prendere parte della commissione per votare il posto più adatto dove esporla a Firenze. Alcuni votarono a favore della collocazione davanti a Palazzo Vecchio, l’edificio più importante della città, centro della vita politica e sociale di Firenze.
Altri invece, con Leonardo in testa, votarono per una posizione più defilata: la Loggia della Signoria. Non contento, Leonardo chiese anche che l’opera venisse messa a ridosso di un muro e incorniciata da una nicchia.

Fortunatamente Michelangelo, con buona pace di Leonardo, ottenne che la sua statua fosse esposta davanti a Palazzo Vecchio.

L’arte in gara

Forse non tutti sanno che a un certo punto la rivalità tra Leonardo e Michelangelo si è concretizzata in una vera e propria battaglia sul campo. Infatti, per la decorazione del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, venne indetta una competizione e a entrambi venne assegnata una battaglia da rappresentare sulle pareti della sala in questione.

Ovviamente era impensabile che i due lavorassero spalla a spalla nello stesso posto. Michelangelo da subito decise di lavorare da un suo laboratorio. Leonardo invece approfittò dello spazio interamente a sua disposizione per sbizzarrirsi con esperimenti e tecniche pittoriche particolari.

Volete sapere chi ebbe la meglio? Nessuno dei due! Leonardo infatti dopo vari fallimenti si stancò di questa commissione senza nemmeno iniziare concretamente a dipingere e lasciò perdere. A ruota lo seguì Michelangelo che interruppe il lavoro e si dedicò ad altro.

Nuovi orizzonti e nuove strade

Creazione di Adamo, Michelangelo
Creazione di Adamo, Michelangelo Buonarroti

La rivalità costante tra Leonardo e Michelangelo si attenuò solo dopo che le loro strade si divisero. Che fosse per la rivalità troppo forte o, forse, perché effettivamente Firenze era troppo piccola per entrambi, quel che è certo è che alla fine Michelangelo se ne andò a Roma e Leonardo prima visse un periodo nel Nord Italia e poi si trasferì a Parigi.


Come abbiamo visto il rapporto di questi grandi artisti è sempre stato molto controverso, ma, al di là di aneddoti e caratteri incompatibili, non si può negare la stima reciproca che nutrivano l’uno per l’altro. Entrambi hanno studiato e cercato di capire le opere e le tecniche utilizzate dall’altro, prendendone a volte anche ispirazione.

Insomma, Leonardo e Michelangelo avevano sicuramente una relazione complicata, però forse è stato proprio questo a spingerli a migliorarsi sempre di più e a superarsi in continuazione. Se sono tra i più grandi di tutti i tempi il merito è anche un po’ di questo bizzarro legame: riconoscere il talento reciproco, competere, pungolarsi, scambiarsi per osmosi tecniche e intuizioni… è anche questo che rende grandi.

Avete voglia di ripercorrere questa storia tra i suggestivi vicoli di Firenze? Allora lasciatevi guidare dai nostri consigli sui 5 posti da non perdere, le 10 cose particolari da fare e vedere in città e, ovviamente, i piatti tipici da gustare tra un’avventura e l’altra.

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Nell’immagine di copertina il Mosè di Michelangelo conservato nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma.
Foto di Fr. Barry Braum su Unsplash

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Federica Biasco

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