Visitare gli Uffizi per pigri: i quadri da non perdere
Poche cose ci fanno sentire in pace con il mondo quanto spendere del tempo ad osservare dal vivo un bel quadro. Per questo noi di Kappuccio abbiamo raccolto dei consigli per aiutare anche i più pigri di voi a visitare una delle Gallerie più famose d’Italia: gli Uffizi a Firenze.
Visitare la capitale Toscana tralasciando il museo più importante sarebbe un peccato. Ecco perciò tutte le informazioni che possono servirvi, dalla logistica ai quadri da prediligere.
Posiamo tutto ciò che non ci serve al guardaroba, macchina fotografica al collo
e andiamo a vistare gli Uffizi!
L’edificio degli Uffizi fu ultimato nel 1565 da Giorgio Vasari e commissionato da Cosimo I de Medici. Destinato a un uso privato e amministrativo, appunto uffici, fu adibito a Galleria e aperto al pubblico solo in seguito. Oggi ospita una delle più importanti collezioni di arte medioevale e moderna italiana e straniera, con quadri imperdibili.
📍 Galleria degli Uffizi
Indirizzo: Piazzale degli Uffizi, 6, Firenze
Orari: da martedì a domenica 8:15-18:50
Prezzo: 12 euro + 4 di prenotazione
Audioguida 6 euro
Le Maestà
Rechiamoci innanzitutto al secondo piano, nelle prime sale, con opere dal ‘200 a Giotto. È proprio qui che troviamo le Maestà di Giotto, Cimabue e Duccio di Buoninsegna. Le tre opere rappresentano la Madonna sul trono con il bambino in grembo, circondati da uno sfondo oro, con richiami alla tradizione bizantina.
Splendida anche la tavola dell’Annunciazione e i santi Ansano e Massima di Simone Martini e Lippo Memmi, nella terza sala.
L’Adorazione dei Magi (Sale 5 e 6)
Quest’opera di Gentile da Fabriano si trova nelle sale 5-6 insieme ad altri capolavori del cosiddetto Gotico internazionale. Questi quadri rappresentano la transizione verso il Rinascimento, che possiamo notare dalla differente composizione della scena e dal cielo azzurro e non più sempre oro.
La Madonna con il Bambino e due Angeli (Sala 7)
Dalla sala 7 siamo ormai nell’era rinascimentale: l’arte si rinnova incontrandosi con gli studi umanistici del tempo. Le parole d’ordine sono studio della luce e della prospettiva.
Filippo Lippi, con la sua Madonna, rappresenta la nuova tendenza nella ritrattistica, guardate che grazia e tenerezza questi volti. Risulta particolarmente espressivo l’angelo, immortalato nell’atto di porgere il fanciullo a Maria con una gioia spontanea.
La Battaglia di San Romano di Paolo Uccello è invece un celebre esempio di tridimensionalità e giochi prospettici. Se riusciamo ad astrarci dalla confusione delle folle di visitatori degli Uffizi, potremmo notare dei dettagli tragicomici ed altamente teatrali. Non riuscite quasi sentire le urla dei condottieri che incitano i soldati all’attacco, misti alla disperazione di chi soccombe a terra, morto?
Primavera e Nascita di Venere (Sale 10 e 14)
Eccoci arrivati ai capolavori per cui ogni turista viene a visitare gli Uffizi a Firenze! Nelle sale 10-14 troviamo Botticelli, uno degli artisti che meglio rappresenta il fermento artistico fiorentino rinascimentale.
La Nascita di Venere e la Primavera rappresentano tematiche mitologiche che hanno fatto impazzire critici e studiosi per eventuali interpretazioni allegoriche. Sicuramente è stata negata l’ipotesi che la dea rappresentasse una fiamma amorosa dell’autore, Simonetta Vespucci, di cui non abbiamo purtroppo ritratti certi.
Annunciazione (Sala 35)
Imperdibile la sala 35, dedicata a Leonardo da Vinci. Tra le varie opere, l’Annunciazione è particolare per lo sfondo naturale del giardino, la prospettiva aerea e lo sfumato. L’artista sa caratterizzare i volti con una grazia che è la sua firma, così come raffigura le varietà di piante da lui conosciute con una precisione invidiabile.
Un’interessante particolarità di questo quadro è che, se guardiamo da vicino il braccio di Maria, sembra troppo lungo. Difetto di proporzione che scompare se osserviamo l’immagine nella sua complessità.
Tondo Doni (Sala 41) e la terrazza
Arriviamo finalmente a un altro artista di punta del museo, Michelangelo, nella sala 41 insieme a tanti altri fiorentini. Il Tondo è esempio di manierismo e una delle poche tempere grasse su tavola di attribuzione certa.
Giunti a questo punto, consigliamo di fare una pausa alla splendida terrazza panoramica e rilassarvi con la vista sulla città e un buon caffè. Prima però non dimenticate di dare un’occhiata al Trionfo di Rubens, circondato dalle sculture della splendida Sala di Niobe.
La Madonna del Cardellino (Sala 66, Primo Piano)
Inauguriamo la visita del primo piano con la sala 66 di Raffaello, che ospita anche il suo ritratto e opere del periodo romano più maturo. La Vergine viene rappresentata in un momento intimo e familiare, mentre Giovanni e Gesù giocano con un piccolo cardellino, che viene posto al centro proprio a rappresentare la Passione di Cristo. Infatti l’uccello è attirato dalla pianta spinosa del cardo.
Raffaello arrivò a posizionare i personaggi in questo spazio triangolare dopo un lungo studio, testimoniato dai disegni di bozza. Questa scelta fa evidentemente sembrare il dipinto più armonico e raffinato.
La Venere di Urbino (Sala 83)
Foto di @idettaglidellarte
Non potete perdere per nessuna ragione la sala 83 di Tiziano! Questo splendido dipinto spicca per i suoi colori magnetici e per la composizione aggraziata e sensuale della figura.
Per anni si è ritenuto che fosse stata commissionata da Guidobaldo, duca di Urbino, noto traditore seriale, come simbolo di fedeltà matrimoniale per la sua sposa giovane Giulia da Varano, ma alcune lettere smentirebbero l’assunto. È sicuramente interessante l’interpretazione della rosa rossa come simbolo della bellezza, che fugge via persino dalle mani della dea, al contrario del cane fedele, sempre immobile, simbolo della fedeltà coniugale.
Bacco, il Sacrificio di Isacco e la Medusa (Sala 90)
Foto di @ccaarla_a
Ormai è scaduto il nostro tempo per visitare gli Uffizi, siamo arrivati alla sala 90 con i meravigliosi e oscuri quadri di Caravaggio. L’autore rappresentò la luce e i colori in modo rivoluzionario per il tempo, così come il realismo delle movenze dei suoi personaggi furono una novità per il 600 italiano. Influenzò anche un altro capolavoro della sala: Giuditta decapita Oloferne, di Artemisia Gentileschi.
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