Cosa vedere nella Riviera dei Fiori in Liguria

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La Liguria è una terra leggiadra dove la natura la fa da padrona. Almeno così cantava il poeta Vincenzo Cardarelli e si può sentire la sua ispirazione già solo attraversandone valli e vie lastricate. Osservando i suoi pozzi e i terreni spaccati. Costeggiando poderi e vigne chiuse. Tra l’aridità nella quale il sole striscia o gioca a nascondino con le ombre. Tanto a Levante quanto a Ponente. Vi avevamo parlato tempo fa delle Cinque terre e di Portofino, due tra le perle orientali della regione. Ora cambiamo rotta, svoltando a ovest verso la Riviera dei fiori e le sue bellezze, per noi ancora tutte da scoprire.

Andiamo ancora una volta alla ricerca di qualcosa di magico: cosa vedere nella Riviera dei Fiori. Quel tratto di costa ligure che si estende dal punto di scollinamento del Capo Mimosa, nel comune di Cervo (Imperia), fino alla foce del Rio San Luigi nel comune di Ventimiglia (Imperia). Tratteniamo il respiro e immergiamoci in un viaggio che durerà all’infinito, ma sarà brevissimo, quasi effimero, come i fiori della mimosa che qui, a primavera, appaiono ovunque e scompaiono in un batter di ciglia.

Cervo una stanza per la musica

Cervo @marcus_ganahl

Uno dei borghi più belli d’Italia. Cervo è, da sempre, meta turistica dai connotati semplici e allo stesso modo affascinanti. Il suo nome è noto nel panorama musicale anche grazie al Festival internazionale di musica da camera (in programma questa stagione dal 15 luglio al 29 agosto). Numerose architetture religiose, civili e militari arricchiscono inoltre il suo profilo naturale, già di per sé attrattivo.

Tra le chiese più importanti si può ricordare la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, detta “la chiesa dei corallini”, perché eretta grazie ai proventi della pesca del corallo e all’operosità dei marinai che, durante l’inverno, trasportavano, con le loro barche, il materiale per la sua costruzione sino alla spiaggia per poi trascinarlo a braccia in cima alla roccia dove venne quindi edificata. La pesca del corallo rosso fu un’attività nella quale i cerviesi si specializzarono tra il XV e il XVII secolo, prima di una profonda crisi del materiale che ne pregiudicò la continuazione.

San Bartolomeo al Mare, Diano Marina e Diano Castello: bellezze che precedono il capoluogo

Diano Marina @p1mm1

Prima di giungere a Imperia, si incontrano due gemme della costa ligure: San Bartolomeo al Mare e Diano Marina.
La prima è una cittadina balneare il cui clima mite appaga il desiderio di tranquillità di chi la incontra. Con la sua splendida passeggiata, fa parte del comprensorio turistico del Golfo di Diana. Assieme per l’appunto a Diano Marina che, non solo porge il suo nome, ma è anche il centro focale di questo tratto della Riviera dei Fiori. Qui la sua storia antica fa da sfondo alla conformazione di cittadina tipicamente imperniata sul turismo, con alberghi, palazzine finemente decorate, villette luminose, spiagge dorate, scogliere e fondali marini piuttosto bassi. Il luogo ideale insomma per trascorrere vacanze in famiglia che soddisfino ogni aspettativa.

Nell’entroterra è invece situata Diano Castello altro borgo riconosciuto come tra i più significativi a livello nazionale. Di origine medioevale, diviso tra il verdeggiare della sua boscaglia e degli uliveti e la suggestione del centro storico, deve le sue maggiori fortune alla posizione prominente, quella propria dei luoghi fortificati. La Loggia Municipale ne è il simbolo nonché vera via d’accesso al paese; e lungo le sue stradine si possono incontrare altri edifici di estremo pregio, come chiese e palazzi.

Imperia capoluogo della Riviera dei fiori

Imperia @jazzyish

Come città, Imperia è stata istituita nel 1923 dall’unione di 11 comuni. Il suo nome risale al torrente Impero, che divide Oneglia e Porto Maurizio. Un’antichissima rivalità, la loro, che imprime ancora oggi il suo prepotente segno su di essa. Nella costante presenza del doppio: due sono infatti i centri storici, due le stazioni, due i porti. Per acquietare un altrettanto doppio sentire.

A Oneglia il turista può visitare la chiesa barocca Collegiata di San Giovanni Battista, quella di Santa Maria Maggiore dal cui piazzale godere del panorama cittadino. La villa Grock costruita in stile liberty dal famoso clown svizzero che morì qui nel 1959. (A tal proposito, per chi ama le ville e la loro architettura, vi suggeriamo questo nostro articolo sulle ville più belle di Genova e provincia). Le dimore dell’antica Oneglia, dietro al porto, alla cui testa c’è il Palazzo Doria. Le cinta murarie nell’estremo levante.

A Porto Maurizio, situato sul promontorio Parasio, la struttura stessa ricca di viuzze e costruzioni è la caratteristica principale e altrettanto visitabile. Senza scordare il paesaggio variegato di una costa che presenta la medesima qualità del restante litorale della Riviera dei Fiori.

Tra Imperia e Sanremo: San Lorenzo al Mare, Santo Stefano al mare e Riva Ligure

San Lorenzo al Mare è un piccolo borgo costiero, il più piccolo della provincia di Imperia e dell’intera Liguria. Tuttavia possiede una densità di popolazione molto alta, che si espande nella zona costiera e in quella collinare. Due nuclei distinti per un gioiello che dall’alto assume la forma di un’ancora. Tra le cosa da vedere si può ricordare il centro storico e la chiesa di Santa Maria Maddalena.

Santo Stefano al Mare, San Steva in dialetto, ebbe motivo di gloria ai tempi delle Antiche Repubbliche Marinare, quando inviando un nocchiero con 20 vogatori partecipò alla famosa battaglia della Meloria contro la rivale di sempre Pisa. Oggi mantiene intatto questo fascino storico, oltre che quello più tipico, turistico balneare. Di cui le sue torri (come quella a 9 lati sede del municipio) e le sue chiese sono perfetta testimonianza.

Riva Ligure non si discosta di molto dalla fotografia più presente in questo territorio. Le ridotte dimensioni che la inquadrano in una sintesi perfetta di bellezze e pace. Il clima che favorisce il turismo estivo. Il mare che osserva sempre uguale a sé stesso ogni cambio d’epoca. Con la mano dell’uomo che ha reso sublimi e vivibili qualità già insite nei doni di natura.

Sanremo: tra Festival e Casinò si può scoprire la città

Sanremo @stux

La città del Casinò. E del Festival della canzone italiana. Sanremo rappresenta solo quello per cui è conosciuta all’unanimità? No. Molto di più. Ma resta ancora fedele a un turismo dal sapore che affonda nel suo stesso passato. La gloriosa epoca d’oro durante la quale la città divenne manifesto del proprio aspetto. Del divertimento e del lusso. Protratti poi nel tempo e allargati alla trepidazione odierna. Che la erge protagonista, ogni anno, durante la settimana in cui le note vibrano ininterrotte. Partendo da qui e propagandosi al resto della penisola. Ciò che va oltre riguarda tutto il patrimonio storico e artistico della capitale riconosciuta della Riviera dei fiori. Collocata in un’ampia insenatura, tra Capo nero e Capo Verde, possiede anche una parte antica di foggia medioevale. Fatta di strade ripide e piccole, piazze compatte. Giardini lussureggianti, ville, parchi e monumenti.

Tra Sanremo e Ventimiglia: Ospedaletti e Bordighera

Per dipingere certi paesaggi bisognerebbe avere una tavolozza di gemme e diamanti

Claude Monet

Opedaletti è un teatro naturale, che a cielo aperto, offre ai turisti le sue bellezze. Quelle tipiche delle cittadine di mare, con le loro spiagge sempre affollate durante la stagione estiva soprattutto qui, grazie a un clima decisamente favorevole. Altre attrazioni tuttavia caratterizzano la città, come per esempio il Santuario Madonna delle Porrine e il mercato dei fiori.

Monet (celebrato recentemente a Genova con una splendida mostra di cui vi abbiamo dato conto nell’articolo Monet in mostra a Genova) giunse a Bordighera nel 1884 assieme al compagno di maestria Pierre-Auguste Renoir. Qui venne folgorato dalla natura e il suo occhio, sempre attento, attratto dalla bellezza dei giardini. L’ossessione di una vita libera di esprimersi nel susseguirsi di ulivi, alberi di agrumi, palme e piante diverse per forme e colori. Colti e riprodotti dalla furia della sua arte. Oggi Bordighera, la città delle Palme, con il suo clima mite, il ricco patrimonio artistico si porge allo sguardo dei turisti con la medesima seduzione di allora: non solo come località balneare, ma come esperienza a tutto tondo da vivere.

C’è tutto un’ entroterra intorno al litorale

Bussana Vecchia @elizkok

Pur parlando di una parte di regione affacciata sul mare, la costa non è la sola protagonista della Riviera dei fiori. Vale la pena allargare un poco le briglia del discorso, per non perdere l’opportunità di coglierne altri di fiori, altrettanto colorati, sebbene con sfumature diverse. Il bruno scuro del terreno, pallido delle case o il verde della campagna. Che si sostituiscono al turchese del mare, lasciando però inalterata quella sensazione di pace che solo i luoghi ammalianti sanno infondere. O forse invece sono capaci persino di fondersi cromaticamente fino quasi a confondere.

Prendiamo per esempio Taggia e Arma di Taggia. L’una zona di entroterra con il suo centro storico. L’altra zona balneare con il suo abitato. Triora dove in un tempo lontano si processavano le streghe. Apricale la città dell’olio. Pigna, con i suoi vicoli stretti, le case di pietra, cartolina di montagna da cui scorgere il mare. Perinaldo, paese degli astronomi, Dolceacqua, il Ponte vecchio a schiena d’asino immortalato anch’esso in un quadro di Monet. Bussana Vecchia frazione collinare dove ovunque si respira arte.

Ventimiglia il tramonto della Liguria e della Riviera dei fiori

Ventimiglia @mamynova

Eccoci giunti all’estremo ponente, là dove si erge l’immaginifico confine con una diversa nazione. Ventimiglia o “porta occidentale d’Italia”, la città per la quale non esistono limiti di bellezza. Nella quale, per un’ultima volta ancora, spendere il proprio tempo distesi su spiagge sabbiose, scrutandone il mare che, in certi giorni, è simile ad un giardino fiorito. O partire in cammino per escursioni tra sentieri solitari in attesa di messaggi dal vento, quando anche Venere torna a nascere ai soffi del maestrale. Ammirandone ora le architetture civili, come villa Hanbury con il suo giardino botanico. O il Teatro comunale in stile liberty ristrutturato nel 2007. Ora il vero mercato dei fiori, le molteplici architetture religiose, perché le chiese, in Liguria, sono come navi disposte a essere varate. E poi le piazze e le vie del commercio, i monumenti, i siti archeologici e tanto altro ancora. Fino alla fine e anche oltre.


Perché la rosea tristezza di un tramonto pervade tutti, anche noi, nel lasciarci alle spalle questa terra tanto inebriante. Non sarà comunque un addio, solo un arrivederci. Concesso al calar delle tenebre da ogni sole la cui luce “simile ad un fiore che marcisce… si va sfacendo e muore”. Comunque pronto a ricominciare il suo percorso il mattino seguente, nell’interminabile ciclo della vita. E così sarà sempre anche per noi di Kappuccio e per chi amerà accompagnarci.

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Nicoletta Spinozzi

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