10 curiosità sulla Liguria

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Prima di avventurarsi in un viaggio vero alla scoperta della Liguria (aiutandovi anche con le nostre ultime guide su dove andare e cosa vedere in un weekend in Liguria e su cosa vedere nella Riviera dei fiori in Liguria) può essere interessante studiarne virtualmente ogni risvolto. Dal più sconosciuto al più celebre. Da ciò che affonda le radici nel passato, alla novità di recentissima comparsa. Senza tralasciare alcun argomento. 10 curiosità sulla Liguria possono bastare, parafrasando una celebre canzone, è un motto d’accompagnamento centrato, per una terra la cui musica si propaga come le onde del mare, al di là delle sue frontiere. Ma non è il caso di svelare già carte così importanti a nostra disposizione.

Proseguite con questa lettura invece, perché Kappuccio ha un solo obbiettivo in mente: accrescere la voglia di conoscenza della nostra meravigliosa terra, per trasformare la teoria in pratica, i dati in emozioni quotidiane: permettervi di visitare ed apprezzare l’Italia con tutti gli angoli di paradiso che la compongono.

1. Curiosità sulla Liguria che va oltre i suoi confini

Cartine e confini da oltrepassare @dariuszsankowski

Sarà la prossimità del litorale, o lo spirito indomito da navigatori, ma i confini non sono mai stati un problema insormontabile per i liguri.

Pensiamo all’emigrazione ottocentesca che, dalla Liguria, ebbe inizio prima che da altre regioni. Direzionata verso il Sud America (in particolare l’Argentina) e il Nord America. Le sue colonie oltreoceano si moltiplicarono, composte soprattutto da artigiani e contadini che fuggivano la povertà. Ricercando in terra straniera quella fortuna che in patria era oramai preclusa per complicazioni storico-politiche. Sospinto dal passaparola, tale fenomeno non fu di certo immune da difficoltà o tragedie vere e proprie, che si mischiavano spesso al successo di coloro i quali poterono per davvero affermare di aver trovato laggiù il nuovo el dorado.

10 curiositá Sulla Liguria
Caminito via del quartiere della Boca @barbarazandoval

La Liguria in Sardegna

Il dialetto ligure, in Italia, lo si può ascoltare anche in Sardegna. A Carloforte per la precisione. Comune onorario della città di Genova, enclave linguistica grazie alla colonizzazione dell’isola di San Pietro (compresa nel territorio comunale di Carloforte) da parte dei pegliesi provenienti da Tabarka.

Il tabarchino, parlato a Carloforte e Calasetta, fa parte del Genoise d’otre mer, una lingua dei secoli della Repubblica Genovese, oggi tutelata come minoranza etnica linguistica.

2. La Liguria e il calcio

Maglia del Boca Juniors @nicoletta

In un nostro articolo avevamo provato a rispondere al quesito sul perché agli italiani piacesse così tanto il calcio. La Liguria non si sottrae di certo a tale passione. Anzi come potrebbe? Ogni provincia ha la sua squadra del cuore. Genova che di certo, per estensione e numero di abitanti, non è paragonabile a una metropoli, ne possiede addirittura due a fronteggiarsi. Il Genoa, che portò d’Oltremanica questo sport, in Italia, sin dal 1893. E la Sampdoria l’ultima squadra non “grande”, come si dice in gergo, a vincere uno scudetto, oramai più di 30 anni or sono. Oltre a esse: Savona, Imperia e Spezia (che da due stagioni milita in serie A con incredibile successo).

Negli ultimi tempi poi anche l’Entella, compagine di Chiavari, si è affacciata alle serie maggiori (B e lega Pro). Ma l’amore per il calcio screziato al sapore del pesto ha travalicato, tanti anni fa, anche l’oceano. Una storia che si interseca alla perfezione con il tema dell’emigrazione appartenente, come visto, alle vicende più proprie del passato ligure e di quello dei suoi abitanti.

La Liguria e il calcio a Buenos Aires

1906: prima foto scattata ai giocatori del Boca Juniors dopo la vittoria della Copa Reformista @Leonardo E. Van Ravensteyn

Nella capitale Argentina, Buenos Aires, precisamente nel quartiere della Boca, abitato alle origini da immigrati per lo più Liguri, venne fondato, nel 1905, il glorioso Club Atletico Boca Juniors. Il cui soprannome di Xeneizes deve la sua comparsa proprio a questo fatto. Una squadra plurititolata, da sempre al vertice delle classifiche di campo e tifo nel mondo. Che sarebbe divenuta poi parte integrante della vita e della carriera di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi: Diego Armando Maradona.

Acerrimi rivali del Boca, sono i bianco-rossi del River Plate dalla storia altrettanto fastosa. La cui nascita non si discosta molto da quella dei nemici giallo-blu, per luogo di partenza (prima di alcuni determinanti spostamenti) e sangue nelle vene degli iniziali protagonisti: il primo presidente della loro storia (iniziata nel 1901) fu infatti un genovese.

3. Curiosità sulla Liguria: storia della farinata

La Farinata @nicoletta

Di solito quando si associa la Liguria all’argomento cibo si fa spesso e volentieri riferimento al pesto, quell’incredibile mistura di foglie di basilico, olio d’oliva e formaggio indispensabile condimento di tanti formati di pasta diversi. Esiste tutta una novellistica in tal senso, ma altre leggende accompagnano altri cibi. Altrettanto squisiti e iconici. Come quelli che rappresentano la vasta gamma di sapori da gustare per strada. Ne avevamo accennato qualcosa in un articolo, tempo fa, sui locali dove mangiare bene e spendere poco a Genova. Tra essi spicca, per aspetto e sostanza, la farinata, la cui nascita é legata a un curioso aneddoto che difficilmente si potrebbe pensare sensato, se non lo si catalogasse come un imprevisto dagli esiti fortunati.

Dalla Battaglia della Meloria alla farinata

Bisogna risalire fino ai giorni gloriosi di Genova Repubblica Marinara per farne conoscenza. Più precisamente a quelli successivi alla battaglia della Meloria che vide i nemici pisani sconfitti e “assunti”, contro la loro volontà, sulle galere genovesi come vogatori. La minestra di ceci era allora il cibo più semplice da destinare ai prigionieri, soprattutto per la capacità di conservazione di questo legume. Ma non era invece tanto semplice attraversare certe acque ricche di turbolenze.

Si narra infatti che, durante una tempesta, l’acqua di mare penetrò nella stiva di una di quelle navi antiche. I ceci che vi erano ammassati finirono sommersi e alcuni barili di olio caddero distruggendosi e andando a formate uno strano composto che i dominatori non vollero certo gettare via. Ma nemmeno i dominati volevano sottostare all’affronto di doversi cibare con quella poltiglia sgradevole. Alcuni di loro si ribellarono gettando via le scodelle. Che rimasero a cuocersi sotto il sole “caliente” del Golfo di Biscaglia.

Quando la fame divenne però irresistibile, ripresero in mano l’oggetto del contendere e si resero subito conto che si era trasformato in una specie di focaccetta saporita. Dopo aver scoperto per caso questo tesoro i genovesi vi lavorarono con solerzia, perfezionandone la ricetta. Che, rigorosamente cotta con il forno a legna, venne ribattezzata per scherno “Oro di Pisa”.

L’odierna farinata si presenta in Liguria con la medesima cottura sia nella forma base, sia accompagnata da altri ingredienti, prelibati: le cipolline, i funghi, i carciofi, tempo fa anche i bianchetti (novellame di acciughe e sardine) oggi sostituiti per necessità legale dai rossetti (novellame).

4. Tante cittadine, tante specialità di cucina e non solo

Olio di oliva @robertina

Ogni città, ogni piccolo borgo viene conosciuto oltre che per l’aspetto spesso per caratteristiche specifiche riguardanti la produzione di un bene. Il più delle volte in riferimento al cibo, ma non solo.

Dal 2004 il Chinotto di Savona, che cresce tra Varazze e Pietra Ligure è un presidio Slow food. Dopo un passato lontano glorioso, quando veniva servito e consumato ai banconi dei rinomati caffè, e un passato recente di anonimato, è ritornato prepotentemente alla celebrità. Lavorato e trasformato per essere utilizzato nelle marmellate, candito o sciroppato, lo si conosce soprattutto per l’omonima bibita analcolica. Che oggi contiene proprio quello savonese tra gli ingredienti principali di una marca nota in tutto il mondo.

A Sant’Olcese, comune di quasi 6000 abitanti della Città Metropolitana di Genova, viene prodotto da due soli ed antichi salumifici un salame molto conosciuto, macinato a grana grossa e poco stagionato. Ѐ tradizione assaporarlo in primavera assieme alle fave, al pecorino sardo fresco e all’olio extravergine di oliva ligure.

Perché la Riviera di Ponente é la patria principale dell’olio e delle olive. Le olive denominate taggiasche, vengono coltivate infatti soprattutto nella provincia di Imperia. Il loro arrivo in regione e di conseguenza il nome che le contraddistingue, trovano giustificazione grazie ai monaci benedettini, quelli provenienti dall’isola monastero di Lerino, che le trasportarono e diffusero nel comune di Taggia. Questa varietà é una delle più rinomate per la produzione di olio extravergine.

Oltre il cibo

Scorcio centro storico di Albissola Marina @Alessio Sbarbaro

Ma ci eravamo ripromessi di non parlare solo di cibo anche perché l’elenco dei prodotti potrebbe durare a lungo, se aggiungessimo il basilico di Prà, i carciofi di Albenga e tanto altro ancora. Quindi voltiamo la strada per ritrovarci ad Albissola Marina. A parlare di altro. Perché il comune della provincia savonese assieme ad Albisola superiore (non é un errore la diversa grafia!) con cui forma il territorio Albisola, è nota per la lavorazione della ceramica.

Campoligure, borgo dell’entroterra, è, dal 1884, quando vi fu aperta una prima bottega per la lavorazione della filigrana, uno dei centri principali per la produzione di quest’arte orafa. Che consiste nel trasformare sottili fili di metallo prezioso in oggetti dal disegno ricercato. A settembre si tiene l’annuale fiera e una delle attrazioni del posto è proprio il museo della filigrana. Con circa 200 pezzi raccolti in quattro continenti.

5. Curiosità sulla Liguria, una terra medioevale

Finalborgo @nicoletta

In Liguria ci sono tanti borghi meravigliosi, vere e proprie cartoline d’epoca che sanno conferire atmosfere altrove perdute. A patto di osservarle con uno sguardo ancora un poco sognante. Ed è grazie all’impegno dei suoi abitanti, ognuno portatore di tradizioni uniche, e all’orgoglio campanilistico se anche nel presente, assorbito dalla frenetica modernità, questi squarci di passato si manifestano. Numerose sono infatti le feste, le sagre, i momenti di aggregazione che richiamano il sapore medioevale di un immenso lembo di terra, se non per dimensioni, senza dubbio per valori.

6. La Liguria e il suo mare

Mare di Liguria @nicoletta

Quasi ovunque il mare di Liguria abbraccia la sua gente. Che da esso trae profitto e benefici. Perché del mare il popolo ligure non solo si circonda, ma altresì si nutre e ne gode appieno. Il mare con il suo pesce, prelibato e salutare. L’atmosfera onirica al tramonto, succo di vita per l’animo. Un albeggiare che rinvigorisce giorno dopo giorno. Quella distesa blu cobalto, solcata dalle navi, i porti operosi a simboleggiare lo spirito industriale. Commercio che, al pari del turismo, ha accresciuto e continua ad accrescere le opportunità.

Quest’anno la Liguria può inoltre fregiarsi di un numero record di bandiere blu: 77. E la Regione ha approntato una campagna estiva ad hoc per celebrare l’evento.

7. Curiosità sulla Liguria: la regione dove streghe e magia trovano terreno fertile

10 curiositá Sulla Liguria
Magia e streghe in Liguria @nicoletta

Ora parliamo, tra le nostre 10 curiosità sulla Liguria, di una molto affascinante riguardo alla cittadina di Triora. Che, come la Salem statunitense, é un borgo conosciuto anche e soprattutto per un fatto oscuro: la presenza delle streghe o meglio per i processi contro presunte streghe che si svolsero alla fine del XVI secolo. Quando alcune donne locali vennero accusate di essere artefici della pesante carestia che si stava verificando sul territorio comunale. In memoria di questi avvenimenti è stata istituita una vera e propria festa dedicata alla stregoneria, che si tiene la prima domenica dopo Ferragosto per le vie cittadine ed è chiamata Strigora.

E il rapporto della regione con streghe, magia e fantasmi è ben radicato, tanto è vero che esistono anche dei libri a riguardo. Se vi capita poi di passare nei vicoli di Genova al momento giusto, potreste avere la fortuna di incontrare lo spettro di una vecchina che saltuariamente vi si aggira con in tasca monete oramai in disuso. Almeno così narra una leggenda molto nota in città.

8. Personaggi illustri nati in Liguria

10 curiositá Sulla Liguria
La casa di Cristoforo Colombo @nicoletta

Ci sono personaggi nati in Liguria che hanno legato il loro nome indissolubilmente alla storia e alla cultura: Niccoló Paganini, Cristoforo Colombo, Papa Benedetto XV, Edmondo de Amicis, Raffaele Rubattino. Altri come Giuseppe Abba, Giuseppe Mazzini, Nino Bixio, Goffredo Mameli protagonisti del Risorgimento. (Per questo a Genova c’é un museo interamente dedicato a questa fase fondamentale per il nostro paese). Ma non abbiamo detto che la terra di Liguria in fondo non rispetta molto i suoi confini? Allora rivendichiamo come ligure anche Giuseppe Garibaldi, uno degli altri padri dell’Italia Unita, che nacque a Nizza nel 1807. Quando questa faceva ancora parte della Liguria, (come era sempre stato sin dai tempi dell’Impero Romano) prima dell’annessione definitiva alla Francia del 1860. Avvenimento che diede il via ad un vasto movimento irredentista alla cui testa vi fu proprio l’ “eroe dei due mondi”.

Poi tante altre celebrità ancora hanno portato all’onore il nome di questa terra che ha dato loro i natali, nei campi più disparati: Don Andrea Gallo, prete degli ultimi. Gli attori Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Gilberto Govi, Paolo Villaggio. Palmiro Togliatti e Sandro Pertini, presidente della Repubblica dal 1978 al 1985. Enzo Tortora, Renzo Piano, architetto famoso in tutto il mondo, Antonio Ricci, Antonella Ruggiero voce trainante dei Matia Bazar. Tra gli sportivi il tennista Fabio Fognini e alcuni calciatori di primo piano: Roberto Pruzzo, Stefano Sturaro, Enrico e Federico Chiesa, Christian Panucci.

9. Curiosità sulla Liguria, una terra di poeti e cantautori

10 curiositá Sulla Liguria
Chitarra e salsedine @piiiiine

In Liguria l’uso delle parole ha sempre trovato uno sbocco proficuo, come solo quello dei torrenti impetuosi che si riversano in mare possono avere. Per questo in poeti e cantanti difficilmente latita la vena artistica a queste latitudini. Per questo la regione si è fatta culla dei loro sentimenti. Ricordiamo così Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro, Edoardo Sanguineti, Giorgio Caproni.

Senza dimenticare che un lembo di questa costa è ancora oggi conosciuto come Golfo dei poeti (dal 1910 grazie all’intuizione del commediografo Sem Benelli). Ma in questo caso per il fascino che ha saputo esercitare in autori (stranieri e non sin dai tempi di Dante, fra essi George Sand, Lord Byron, Percy Bysshe Shelly e la moglie Mary) che della Liguria hanno ammirato e decantato le bellezze.

Per quanto riguarda i cantanti, o meglio i cantautori, l’elenco comprende di diritto, tra gli altri, tutti quelli appartenenti alla scuola storica genovese e nati in Liguria che ottennero successo a partite dagli anni ’60: Umberto Bindi, Gino Paoli e Fabrizio De André. Ma anche chi come Bruno Lauzi (nato in Eritrea) o Luigi Tenco (trasferitosi a Genova da piccolo) della stessa scuola furono protagonisti indiscussi. E Tenco legherà alla Liguria anche la sua tragica fine al Festival di Sanremo del 1967.

10. Curiosità sulla Liguria: ospitalità, taccagneria e mugugno libero

10 curiositá Sulla Liguria
Gatto saervegö @nicoletta

Esistono spesso luoghi comuni che si appiccicano tignosi a un popolo senza un’apparente ragione. O forse sì. In sociologia li chiamano “etichette”. Ma andiamo con ordine. C’era una volta una famosissima serie tv, nella quale una delle protagoniste intonava spesso un tormentone riguardante un presunto “gatto rognoso”. “Gatto saervegö”, cioè selvatico, potrebbe essere invece la colonna sonora che inquadra alla perfezione quel certo tratto del carattere dei Liguri, considerati spesso chiusi e diffidenti. Questo è problematico soprattutto per chi dell’accoglienza fa anche un mestiere. Ma i Liguri sanno pure scherzarci sui loro difetti. Prendersi gioco delle numerose dicerie. Dimostrando ottimo senso dell’umorismo. Basta fare un giro in rete per rendersene conto. Delle mille parodie a riguardo.

Uno dei tanti spezzoni immortala, per esempio, il volto mefistofelico di Klaus Kinski che interpreta Nosferatu, in versione oste poco incline all’ospitalità. Doppiato per l’occasione in dialetto genovese! Questo a volte accade per davvero. Intendo trovarsi di fronte ai rimbrotti di qualche ristoratore scontroso all’apparenza. Ma solo per far fede ad una nomea alla quale, in Liguria, si tiene parecchio. A maggior ragione nei confronti dei “foresti”, chi giunge da fuori. D’altronde anche il mugugno ha una sua affinità elettiva con la selvaticità caratteriale ed è costituzionalmente ritenuto libero entro tutti le delimitazioni regionali. Diversa la questione della taccagneria che forse esisterà, ma che si preferisce, per rispetto, chiamare parsimonia.

Scarsa lingua di terra che orla il mare,

chiude la schiena arida dei monti;

scavata da improvvisi fiumi; morsa

dal sale come anello d’ancoraggio;

Scarsa lingua di terra che orla il mare

Camillo Sbarbaro (Rimanenze 1955)


Siamo arrivati alla fine delle nostre 10 curiosità sulla Liguria, speriamo vi abbiano incuriosito e divertito come è successo a noi nel ricercarle e scriverle. Fateci sapere nei commenti se ne conoscete altre!

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Nicoletta Spinozzi

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