5 leggende metropolitane sulla città di Roma
Visitando una città nuova o vagando per le vie della propria, all’avvistamento di un dettaglio strano, di un cimelio del passato, o anche semplicemente di una porta d’ingresso consumata dal tempo che introduce in un edificio abbandonato, ci è senza dubbio capitato di interrogarci sul passato e sul lato occulto di questi luoghi.
Per questo noi di Kappuccio abbiamo pensato in questo articolo di indagare meglio sulle leggende metropolitane di Roma. È infatti vero che la capitale, con il suo invadente passato alle spalle, è terreno fertile per narrazioni leggendarie o miti che aprono una voragine di ambiguità tra realtà e fantasia.
Venite insieme a noi a scoprire le 5 leggende metropolitane più interessanti di Roma!
1. Il mito di Romolo e Remo
Partiamo dal primo mito storico più celebre della capitale, quello che ne definisce la fondazione in seguito all’immaginario accoppiamento con il dio Marte. In realtà questa leggenda etrusca che ispirò artisti e scrittori di tutti i tempi, perde la sua magia se pensiamo che, nella versione originaria, la nobile Rea Silva non si unisce con un dio ma con un simbolo fallico dalle sembianze evanescenti. Inoltre Plutarco nega l’origine nobile dei fanciulli, in quanto partoriti da una serva.
2. La leggenda della Tomba di Nerone a Piazza del Popolo
Continuando con il filone classico, ricordiamo un mito legato alla figura di Nerone. L’imperatore tirannico della Roma imperiale si uccise nell’attuale Piazza del Popolo e lì fu sepolto. Si narra che la sua tomba attirò sciami di corvi, simbolo di spiriti maligni, che attaccarono le sue reliquie per tormentare il corpo dell’imperatore dopo la sua morte.
In linea con questa simbologia oscura, il luogo divenne nei secoli seguenti sede di riti magici della magia nera, celebrati da streghe e santoni. Nel 1099 il Papa in carica decise di spezzare quell’oscuro incantesimo bruciando i resti della sepoltura e gettandone le ceneri sul Tevere. È così che ebbe origine la Basilica di Santa Maria del Popolo, simbolo della vittoria della luce divina sui riti pagani.
3. Il Colosseo come porta degli inferi
Altro mito legato alla presenza demoniaca è quello che identifica il Colosseo con la porta degli Inferi. Questo luogo infatti vide nei secoli numerosissimi spargimenti di sangue di gladiatori e vittime innocenti, sacrificate per l’intrattenimento del popolo. Si narra che gli spiriti delle salme antiche infestino il celebre monumento e vaghino ancora senza trovare pace.
Si dice che anche il Pantheon fosse infestato da spiriti maligni prima che fosse donato a Papa Bonifacio IV. Durante la cerimonia di attribuzione del luogo alla religione cattolica, il Papa fece diversi esorcismi per liberare le mura dalla presenza demoniaca. Ecco quindi un’altra leggenda metropolitana di Roma collegata alla purificazione della città da parte dei cristiani.
4. Esoterismo e misteri nel quartiere Trieste
Lasciamo ora da parte le leggende antiche, per passare a parlare di uno dei punti più misteriosi e affascinanti di Roma: il quartiere Coppedè. Meta presa d’assalto da turisti e cittadini, incuriositi dall’architettura eccentrica manierista, il “quartiere” consiste in un aggregato di edifici che spezzano la coerenza dell’architettura della zona.
La fontana delle Rane, i Villini delle fate e altri edifici con nomi altrettanto bizzarri rimandano all’atmosfera sognante dei migliori romanzi fantasy e, per questo, hanno dato luogo a oscure ipotesi.
Si vocifera, a torto, che l’architetto Gino Coppedè facesse parte della setta massonica e, per questo, avesse voluto conferire un’atmosfera oscura e inquietante al suo progetto edilizio. Senza dubbio le rane sono degli animali spesso associati all’oscurità, non per caso vengono associate alle streghe, insieme ai gatti neri, ai gufi e alle civette, ma la tradizione iconografica non basta a giustificare un fine maligno. Coppedè non risulta iscritto a nessuna loggia massonica, ma sembra essere stato solo un grande estimatore dei simboli inquietanti dell’inferno dantesco.
5. Leggende di fantasmi a Roma
Chiudiamo la nostra rassegna di leggende metropolitane a Roma con un cenno ai numerosi fantasmi che infesterebbero la città. Primo fra tutti è ovviamente sempre lui, Nerone, e la sua anima che proprio non vuole liberare il suolo romano. Si narra che infesti ancora il Muro Torto, muro storto di Roma, da sempre collegato a una simbologia negativa. Qui venivano spesso seppelliti i cittadini di cui Roma si vergognava: furfanti, prostitute, ladri e condannati che dovevano essere allontanati dalla ridente capitale. I loro spiriti vagherebbero ancora sulla terra, in un’espiazione perpetua e vana della loro vita dissoluta.
Un altro fantasma è quello del marchese Luca De Marchettis, il Fantasma di Monteverde, personaggio di finzione che si dice seducesse le donne che incontrava e le violentasse fino alla morte. Le salme di queste povere vittime sarebbero state seppellite in via dei Quattro Venti. Si dice che l’uomo, preso da un raptus demoniaco, si gettò dalla finestra della sua villa in via di San Caledopio promettendo di tornare sulla terra per continuare a sacrificare vittime sessuali per la sua perversa lussuria.
La nostra carrellata di leggende di Roma è ormai giunta al termine. Se conoscete altre leggende sulla capitale scrivetecele nei commenti e non dimenticate di dare un’occhiata anche alle 5 leggende metropolitane italiane famose!
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