Le storie e i miti legati ai cibi Italiani
La cultura culinaria italiana è un vero e proprio patrimonio: è in grado non solo di deliziare i nostri palati, ma molto spesso assume anche la funzione di mediatrice culturale. Possiamo affermare che il cibo è cultura, in quanto ogni piatto della tradizione ha sempre una storia da raccontarci o da trasmetterci. Dunque, in questo articolo cercheremo di portarvi in viaggio tra le storie e i miti legati ai cibi italiani, attraversando le importanti tappe del calendario delle festività tradizionali, poiché quest’ultimo è di fondamentale importanza nella tradizione culinaria italiana. Infatti, un tempo era proprio il calendario che a dettare cosa mangiare, in base anche alle stagioni.
Se vi incuriosiscono le storie e i miti legati ai cibi Italiani, continuate a leggere questo articolo!
Venere e il Tortellino
Il nostro viaggio inizia dal periodo invernale e natalizio. Non parleremo del panettone, ma di un altro piatto che è spesso protagonista delle tavole natalizie: il tortellino. Infatti, questa specialità tipica dell’Emilia-Romagna diventa protagonista del pranzo di Natale, servito soprattutto in brodo. La storia che ne racconta le sue leggendarie origini ci porta a Castelfranco Emilia, durante la disputa tra modenesi e bolognesi.
Tale scontro interessò persino tre divinità olimpiche: Venere, Bacco e Marte. La leggenda narra infatti che, questi ultimi, dopo giorni di battaglie, decisero di riposarsi presso un’osteria del paesetto di Castelfranco Emilia. Tuttavia, la mattina seguente nella camera rimase solamente la bellissima Venere che, mentre si cambiava, venne spiata dal locandiere. Quest’ultimo incantato dalle bellissime forme della dea, soprattutto dal suo ombelico, decise di realizzare una pietanza che avesse proprio la forma di un ombelico. Così si racconta sia nato il tortellino!
Carnevale e Quaresima: l’abbondanza e l’astinenza
Proseguendo nel calendario arriviamo ai mesi di febbraio e marzo, caratterizzati da due momenti importanti per il panorama culinario italiano: il carnevale e la quaresima. Questi due periodi sono l’esatto opposto l’uno dell’altro. Da una parte, la quaresima è un periodo di astinenza, mentre il carnevale rappresenta l’abbondanza e la festa, soprattutto a livello culinario! Proprio in quest’ultimo periodo la creatività italiana si sbizzarrisce nei tipici fritti.
Dolci come le frittelle o le chiacchiere sono presenti su quasi ogni tavola. Quest’ultimo dolce fritto, presente con molti nomi differenti in Italia, si pensa possa essere il discendente dei “frictilia” che i Romani preparavano in onore dei Saturnali, una festività che viene considerata l’antenata del carnevale. Sul nome “chiacchiere” vi è invece una curiosa storia, che ha come protagonista la Regina di Savoia. Durante una “chiacchierata” la Regina ebbe un certo “languorino” e chiese al cuoco di prepararle qualcosa. Fu così che il cuoco di corte, in onore di questa “chiacchierata,” diede il nome a questo dolce fritto dalle antiche origini.
Dopo i festeggiamenti e l’abbondanza carnevalesca segue la quaresima, un periodo ritenuto molto triste – soprattutto in epoca medioevale – poiché bisognava astenersi dalla carne. La norma era presa talmente sul serio che si racconta fossero presenti leggi che ne impedivano addirittura la vendita durante questo periodo. Però, anche se si doveva mangiare “di magro”, l’ingegno culinario italiano ha inventato delle ricette che rispettavano la restrizione quaresimale, ma allo stesso tempo erano gustose e saporite.
Quindi, è durante questo periodo che sono nate ricette come la pasta con la coltura di alici, gli spaghetti alla carrettiera o i bigoli in salsa. Tuttavia, questa dualità tra carnevale e quaresima era molto sentita, sopratutto dal punto di vista alimentare, tanto che vi fu dedicato un racconto che narra dello scontro tra le pietanze tipiche del carnevale e quelle tipiche della quaresima. Il conflitto tra i due periodi viene rappresentato poi in un quadro intitolato “Lotta tra Carnevale e Quaresima” del pittore cinquecentesco Pieter Bruegel il Vecchio.
La Pastiera e il mare
Dopo aver affrontato la conflittualità tra quaresima e carnevale, ci avviciniamo alla Pasqua. Per questa ricorrenza, esiste una leggenda legata a una famosa ricetta campana: la pastiera napoletana. Parleremo di questo dolce e di come sia legato al mare. Infatti, il mito legato alla pastiera napoletana ci parla della sirena Partenope che abitava il golfo di Napoli. A questa figura mitologica, la popolazione consegnò sette doni: la farina; la ricotta; le uova; il grano tenero; l’acqua di fiori d’arancio; le spezie e infine lo zucchero.
La leggenda narra che la sirena portò tutti questi doni al cospetto degli dei e che quest’ultimi miscelarono con divina sapienza gli ingredienti creando la prima pastiera, la quale ricetta venne tramandata alle generazioni future. Si pensa che tale leggenda sia legata anche al culto romano della dea Cerere. Leggende a parte, la pastiera resta un’eccellenza della cucina partenopea che tutte le famiglie la preparano per il pranzo pasquale.
Le lenticchie e il cotechino, simboli apotropaici per il nuovo anno
Per concludere questa avventura tra i miti dei cibi italiani, arriviamo alla fine dell’anno e al suo classico cenone. Nella notte di San Silvestro le ritualità alimentari sono solitamente tutte volte ad augurare fortuna e prosperità per il nuovo anno. Sebbene ogni territorio d’Italia abbia le sue preparazioni tipiche per questo periodo, le lenticchie e lo zampone, oppure il cotechino, sono quasi sempre presenti nella tavola del cenone. Le prime, in particolare, sono simbolo di buon auspicio fin dai tempi degli antichi romani, in cui il legume veniva donato come augurio di ricchezza. Infatti, si dice che più lenticchie si riesce a mangiare durante il cenone più l’anno che verrà sarà ricco.
Infine, lo zampone o il cotechino sono legati alla simbologia che la carne di maiale porta con sé, ossia l’abbondanza. Questo perché era il cibo di “lusso” nelle realtà rurali del Novecento. Quest’ultime, infatti, erano spesso caratterizzate da una dieta povera e con pochi pasti, composta sopratutto da tuberi e ortaggi. Non dovrebbe sorprenderci, dunque, che il maiale da cui si ricavava carne per tutto l’anno fosse considerato come un simbolo di ricchezza e prosperità.
Abbiamo ripercorso le festività che si susseguono durante l’anno raccontando le storie e i miti legati ai cibi Italiani che le caratterizzano. Molte sono poi le leggende che raccontano le origini di vari piatti tradizionali italiani e alcune le abbiamo trattate in articoli precedenti. Come quella riguardante il Nodo d’amore di Valeggio e la storia della pizza Margherita. Ma continueremo a raccontarvi nei nostri prossimi articoli altre curiosità legate al panorama gastronomico italiano quindi continuate a seguirci e… alla prossima!
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