Parco regionale della Valle del Lambro

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Ci sono luoghi che andrebbero visti dal vivo per farsi trascinare nelle emozioni che producono. Perché respirare l’aria che gli appartiene cambia la prospettiva di ogni analisi. Ci sono luoghi di cui si sa, di cui si legge e che lasciano dentro il desiderio di una fuga. Sia essa appartenuta alla mente o dai concreti effetti. Questo è poi l’essenza del lavoro che svolgiamo, creare interesse, accendere un fuoco dentro ognuno di voi, di chi legge e ci segue con dedizione. A noi leggere del Parco regionale della valle del Lambro ha fatto crescere il desiderio di essere là, ora, in ogni istante della giornata.

Spesso le parole da sole non bastano. Anche se noi di Kappuccio proviamo in ogni modo ad usarle con sapienza e brio. Spesso le immagini non spiegano a sufficienza ciò che solo la presenza sa creare. Questione di atmosfere si dice. L’unica alternativa che rimane è far conoscere i luoghi che ci circondano, per renderli universali nel cuore.

Storia e ubicazione del Parco regionale della Valle del Lambro

Atmosfere foto da pixabay di @carmenbbb

Il Parco regionale Valle del Lambro è stato istituito per legge dal 1983. La sua estensione è, da nord a sud, di circa 25 km. Al suo interno comprende zone urbane, zone boschive e tutta quella tipologia di ambienti che devono la loro origine al fiume Lambro e ai suoi affluenti, come accade per esempio per i laghi. Un consorzio gestisce i più di 8000 ettari del Parco, ed è formato da 36 comuni delle province di Como, Lecco, Monza e della Brianza.

Quest’anno dunque si è celebrato un compleanno molto importante per il Parco, i suoi primi 40 anni; che legano in maniera indissolubile questa superficie alla storia. Perché il periodo storico che ha visto la nascita del progetto, con gli aggiustamenti successivi, ha rappresentato in Lombardia una fase di escalation molto feroce da parte dell’industrializzazione.

Il rapporto tra le necessità chieste dall’economia regionale (che diedero luogo allora ad una crescita del benessere decisiva) e i bisogni primari della natura e dell’uomo nei suoi riguardi, trovarono nel Parco della Valle del Lambro un’oasi di compromesso. Oggi il Parco si configura quindi come fiore all’occhiello ed orgoglio regionale, dal momento che unisce alla sua funzione di salvaguardia del territorio, la gestione stessa delle diverse aree che sono in esso comprese, sia quelle più selvagge, sia quelle espressamente dedicate alla fruizione dei visitatori.

Tutto parte da un fiume sempre al centro delle attenzioni, il Lambro

Il Lambro foto da pixabay di @pascvii

Il Parco regionale valle del Lambro ha un suo straordinario alleato, nella creazione degli ambienti suggestivi che lo caratterizzano, nel fiume Lambro che dà il nome all’intera Valle che lo circonda, nonché, di conseguenza, a tutte le aree ad esso riservate. Affluente di sinistra del Po, nasce dai monti del gruppo del San Primo nel comune di Magreglio, in provincia di Como.

Nell’alto e medio corso, Lambrone è il nome che prende la sua derivazione artificiale sfociante nel Lago di Pusiano. Una volta uscito dal quale riceve da destra l’emissario del Lago di Alserio e prosegue il suo cammino fino a giungere a Monza. La gestione del flusso delle acque del Lambro è affidata al Consorzio del Parco Valle del Lambro.

L’impatto che il fiume Lambro, nel corso della storia, ha avuto sulla geografia e sull’urbanizzazione della Valle ne qualifica l’importanza strategica; persino nelle lettere di Petrarca si trovano parole in suo onore, venendo definito quale un piccolo e limpidissimo fiume che, nonostante le dimensioni, era capace di sostenere barche di ordinaria grandezza.

Tuttavia la vita del Lambro non è scorsa, come natura farebbe prevedere, impetuosa e inarrestabile poiché le problematiche relative alla qualità delle sue acque hanno sempre generato preoccupazioni e pensieri a più livelli. Tutte figlie di quell’industrializzazione che abbiamo già citato e che ha visto nelle sue potenzialità fluviali una risorsa fin troppo spesso abusata.

A partire dal 2005 grazie a numerosi interventi e migliorie le cose avevano iniziato a prendere una piega diversa, ma il fenomeno degli scarichi abusivi ha rischiato di minare profondamente tutti questi sforzi profusi quando, nel 2010, un disastro ecologico di enorme portata ha cambiato ancora il suo destino e toccato però anche nel profondo le coscienze dei cittadini. Tanto è vero che è stato istituito allora un Comitato Cittadini del Fiume per impedire che la vicenda Lambro cadesse nell’oblio e la Regione ha stabilito poi, nel 2011, un Contratto fiume Lambro nel quale si garantiva, entro il 2027, il ripristino di condizioni favorevoli per tutto l’ecosistema.

La vita che lotta all’interno del Parco regionale della Valle del Lambro

Un martin pescatore foto da unsplash di @olivierdepaep

Nel sito stesso del parco non si nascondono le problematiche, ma si afferma con forza di opinioni la strenue lotta intrapresa per far sì che gli errori del passato non si ripetessero e che il pericolo, sempre in divenire, possa essere ogni volta contrastato con lo stesso vigore. In una continua lotta tra bene e male, ambiente ed industrializzazione, natura e speculazione, vita o delitto.

“Dovremmo recarci in pellegrinaggio a vedere come è stata scongiurata una tragedia ecologica. Non ci dobbiamo aspettare un miracolo, ma un ambiente straordinario, sì. Nonostante tutto, la natura è sopravvissuta alla grande: in alcuni punti la valle mostra caratteri che sono addirittura più naturali di quanto non lo fossero cento anni fa. Ed è per questo che oggi possiamo trovare un parco che racchiude tutto questo: uno scrigno verde che custodisce e protegge un bene prezioso”

Paolo Villa

Fauna e flora del Parco

Ed è proprio vero che dalla natura riceviamo spesso le lezioni più severe. Oggi nel Parco nazionale Valle del Lambro vivono centinaia di specie animali. Tra i mammiferi il ghiro, lo scoiattolo, sotto tutela perché a rischio, la volpe, la faina… Senza dimenticare i pipistrelli importanti nella gestione degli insetti.

Tra gli uccelli delle zone umide le regine incontrastate sono le anatre, ma in tutto il territorio è possibile scorgere l’airone cenerino e solo in alcune parti il martin pescatore. Il suo ritorno ha segnato un’importante cesura con il passato e l’inquinamento perché, cibandosi esclusivamente di pesci, necessita della loro presenza costante nelle acque del territorio, cosa non sempre scontata in condizioni di difficoltà ambientale.

Nei boschi si trovano il picchio e la cinciallegra, nei sottoboschi usignoli e pettirossi. I rapaci notturni e diurni annoverano civette e gufi, poiane e gheppi. Lucertole, insofferenti ramarri, rospi, rane e salamandre completano gli insiemi di rettili e anfibi. Ma la vita è alimentata anche da una flora di tante forme, tanti colori e diverse categorie. Che probabilmente solo accarezzate possono coinvolgere tutti i sensi, perché le cose da vedere nel Parco Regionale della Valle del Lambro sono tantissime, andiamo a scoprirne alcune!

Cosa vedere nel Parco Valle del Lambro

Parco di Monza foto da unsplash di @sentidoshumanos

All’interno del parco si possono ammirare in generale diverse strutture che attestano il lavoro dell’uomo nel tempo, come i mulini (mulino Ronchi, Colombo, Sovico, Asciutti, tra gli altri); le cascine (Frutteto, Zuccone Rubasacco) e gli antichi nuclei rurali (Montemerlo, Moiana…) La Fornace di Briosco e i monumenti dell’archeologia industriale. Chiese e basiliche, castelli e antiche dimore. Per permettere una maggiore fruizione di questo immenso territorio, con tutte le sue sfumature, si stanno realizzando una serie di percorsi ciclopedonali e ad anello, ad uso dei visitatori. La vera e propria spina dorsale del Parco.

Nel particolare poi le sue oasi ambientali e i suoi laghi:

Il Parco di Monza

Il parco recintato più grande d’Europa, si estende per 700 ettari e in origine è stato progettato come tenuta agricola e riserva di caccia. Conserva le cinta murarie originali -venne inaugurato nel 1808- che ne accrescono il valore sia dal punto di vista storico che architettonico.

Dal 1922 ospita al suo interno l’Autodromo di Monza. Conserva una buona varietà arborea ed un discreto numero di specie animali sia spontanee che allevate. Visitabile tutti i giorni dalle 7 alle 20.30, una buona scelta per attraversarlo è seguire il percorso offerto dal sistema dei suoi viali.

Orrido di Inverigo e grotte di Realdino

Orrido di Inverigo foto da pixabay di @workvaledima

Benché oggi l’area sia recintata, perché parte di una proprietà privata, l’Orrido di Inverigo merita di essere descritto per la sua particolare conformazione che, in passato, lo configurava come meta per eccellenza delle passeggiate dei signori di Milano e Monza in fuga dal caldo, nella stagione estiva.

E oggi lo indica come un sito sotto tutela del Fai, protetto in quanto monumento naturale e inserito nell’elenco dei Geositi Lombardi. Pareti di roccia, corsi d’acqua, boschi e le suggestive Grotte di Realdino fanno da sfondo a questo ambiente unico dove le acque, in continuo movimento, creano loro stesse, dalla deposizione del calcare, nuove pareti, nuove sporgenze, nuove rientranze. A tal punto da venir definite “sorgenti pietrificate”.

Oasi di Baggero

In provincia di Como nell’Alta Brianza si può visitare questa riserva naturale, luogo ideale per le gite fuori città. E la sua bellezza, finalmente a disposizione dei visitatori, è la vittoria più significativa nell’ambito della riqualificazione territoriale. Dal momento che sino al 1969 in questo luogo erano collocate delle cave di marna e solo dagli anni ’80 sono iniziati i lavori per valorizzarne le potenzialità, creando di fatto l’oasi stessa, oggi apprezzatissima.

I suoi boschi, le radure, i laghi e i sentieri infatti ne hanno sicuramente risentito in maniera positiva (così come il turismo che potrà anche incrementarsi in futuro), ricambiando “solo” con lo splendore che gli appartiene.

Valli di Pegorino e Cantalupo

Ricca di sentieri, anche percorribili in mountain bike, la Valle di Pegorino permette di immergersi nei suoi boschi che, specie tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, offrono, nelle parti più nascoste del sottobosco, uno spettacolo continuo di fioriture. L’itinerario più bello va da Canonica a Brugora, e quando si giunge in prossimità delle aree agricole, campi e cascine trasportano in un universo dal sapore ancora antico.

La Valle che accompagna il torrente Cantalupo deve le sue fortune ad una fitta pineta artificiale, sede principale per percorsi di educazione ambientale, e per l’area a sud est dell’abitato di Triuggio, una linea di boschi tra i prati, pronta ad impressionare, specie in autunno, per i suoi colori offuscati, per i suoi silenzi riparatori.

Laghi di Alserio e Pusiano

Lago di Pusiano foto da pixabay di @pascvii

Il Lago di Alserio si trova a 260 mt di altitudine ed è circondato da canneti, boschi e prati. Nel 1984 sulla riva orientale, è stata istituita la Riserva naturale orientata a riprova che l’ambiente circostante è “popolato” da ninfee, specie floreali rare, anfibi, pesci, uccelli e tanti altri cittadini dei boschi.

Il Lago di Pusiano, circondato da colline e dal monte Cornizzolo, dà vita ad un panorama spesso oggetto di ammirazione per poeti e pittori. A sud ovest del lago si trova l’isola di Cipressi, collina naturale di proprietà privata.


Il nostro viaggio virtuale ha voluto creare le condizioni perché tanti, immedesimandosi in questa natura paradisiaca, decidano di andarla a visitare e di prendere a cuore le sue sorti. L’educazione ambientale è un bene che ci coinvolge tutti in ogni modo, e non è mai troppo tardi per far cambiare corso alla storia. Lo sanno bene le persone che quotidianamente si occupano del Parco regionale della Valle del Lambro (che promuove anche per quest’anno scolastico percorsi e progetti didattici per favorire la conoscenza del territorio). Da oggi lo sappiamo anche noi e non possiamo più voltare lo sguardo, in ogni senso.

Se le atmosfere del Parco valle del Lambro non vi hanno lasciato indifferenti e se volete provare altre esperienze nei parchi di tutta Italia, anche se diversi da quello Lombardo, leggete prima alcuni dei nostri articoli a riguardo. Il labirinto della Masone: a Parma un parco con museo , Il Parco Museo Musaba: un gioiello nel cuore della Calabria

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Nicoletta Spinozzi

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