Cosa fare a New York in una settimana

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New York, la grande meta. Tranquilli il nostro non è un grossolano refuso. Big Apple è il suo appellativo più noto sin dagli anni ’20 del XX secolo e ne siamo a conoscenza, ma per noi oggi è soprattutto il luogo di approdo di un viaggio lungo solo 7 giorni. E quando il tempo scandisce il divertimento in maniera così importante, occorre prepararsi altrettanto intensamente. Una settimana non sembra sufficiente a visitare la più rappresentativa città degli Stati Uniti? Beh in parte è una verità.

Altrettanto vero però è il fatto che seguendo la nostra guida su cosa fare a New York in una settimana riuscirete a mettere a fuoco quali luoghi e quali attrazioni privilegiare. Perché nelle intenzioni e nella toponomastica tutti conoscono New York, tuttavia, più spesso di quanto si crede, accade che, nei particolari, il rischio di perdere la via maestra sia concreto. E così quello di lasciare indietro occasioni imperdibili.

Il consiglio principale che a Kappuccio ci sentiamo di offrire è quello di organizzarvi in maniera capillare. Perchè spesso la dispersività delle grandi metropoli è direttamente proporzionale al fascino che esercitano. E New York non fa eccezione. Soprattutto per il fatto che la familiarità con i suoi nomi e con le sue attrazioni non ci rende automaticamente edotti su dove effettivamente essi si collochino. Per una piantina suddivisa innanzitutto in 5 principali distretti (Staten Island, Brooklyn, Queens, Manhattan, The Bronx). Allora partiamo! Con l’idea di focalizzare la nostra attenzione sul meglio e di sfatare qualche mito.

Manhattan il centro focale della New York turistica

Luci e divertimento sempre accesi su New York foto da unsplash di @trapnation

Se avete solo una settimana da dedicare a New York non si può che iniziare la sua scoperta da Manhattan. Del resto come ogni uomo sopravvive se ha un cuore pulsante, così questa meravigliosa città, tra i suoi distretti, ne possiede uno quasi del tutto autonomo per attrazioni e divertimenti. Crogiuolo culturale e sociale per eccellenza, si compone di tanti quartieri, ognuno destinato a soddisfare le esigenze diverse, del diverso turismo.

Nell’elegante ed antico Upper East Side (circoscrizione 8), zona residenziale, ci sono il MET (Museo metropolitano d’Arte) ed il Museo Guggenheim. Midtown Manhattan (5) rappresenta la vivacità e la frenesia del commercio newyorkese, nonché il suo fulcro finanziario. Qui è possibile ammirare l’iconicità di Times Square, dell’Empire State Building (all’angolo tra la Fifth Avenue e la West 34th street), del Rockefeller Center. Fare shopping nella lussuosa Fifth Avenue. (Imperdibili le celebrazioni durante il periodo natalizio). Qui, nel Theater District, sorge la maggior parte dei teatri di Broadway. Qui La vita di notte e di giorno, alla luce dei neon o del sole, si snoda, dunque, sui medesimi ritmi e permette di cogliere ogni momento senza prendere neppure fiato.

Spostarsi tra i quartieri per una settimana di cose da fare a New York

Appurato che il modo migliore per spostarsi a New York rimane la sua efficiente linea Metropolitana, continuiamo il nostro virtuale passeggio tra le varie circoscrizioni (12 sono quelle in cui si suddivide il distretto, con la numerazione che procede da sud a nord). A caccia di luoghi emblematici. Partendo da sud ritroveremmo immediatamente la familiarità con la nostra cultura nella pittoresca Little Italy, affiancata da quella cinese della confinante enclave di Chinatown. Entrambe poste nella Lower Manhattan (1), dove si trova anche il Financial District, tristemente noto per il Memoriale delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001. E dove un tempo sorgevano le Torri Gemelle, oggi sostituite dall’One World Trade Center, il grattacielo più alto dell’Emisfero occidentale.

Greenwich Village (2) è l’area artistica ed anticonformista, quella meno uniformata alla mentalità di New York, ma più di stampo europeo. Locali e caffè storici ne fanno un punto imprescindibile per l’incontro giovanile. A SoHo (2) non perdete di addentrarvi tra i suoi negozi e provarne i ristoranti più alla moda. Per le nuove generazioni l’East Village (3) rappresenta ancora lo spirito autentico e ribelle di cui nutrirsi in una settimana a New York. Quello che ne faceva il proscenio perfetto per la cultura punk, esplosa tra il finire degli anni ’70 ed i primi anni ’80. Oggi ci si muove liberamente tra negozi particolari, locali di musica dove è d’obbligo suonare ancora dal vivo e ristoranti etnici.

Nel quartiere artistico di Chelsea (4) ci sono tante gallerie d’arte da poter visitare ed un parco costruito su un’antica linea ferroviaria (High Line). Spostiamoci poi più verso nord, ad Harlem (10), se vogliamo arricchirci ulteriormente con lo spirito che anima da sempre l’universo afroamericano.

Central Park, un polmone verde nel caotico traffico della metropoli d’avanguardia

Central Park foto da unsplash.com di @harguello

Discorso a parte merita il Central Park. Oasi verde dentro la città, progettata già a partire dagli anni ’50 quando le esigenze degli abitanti tendevano al bisogno di un luogo di evasione ben definito, tra la vastità dei grattacieli ed il traffico delle arterie di Manhattan. Nacque così su una superficie di 3,4 km quadrati, il parco urbano più famoso al mondo. Anche grazie al fatto di essere stato perfetto set per numerosi classici del cinema. Sul suo prato centrale, il Great Lawn, rilassarsi è curativo, soprattutto durante una vacanza che fa della frenesia il suo carattere necessario. Qui vi si tengono eventi all’aperto da segnare sul calendario, come le esibizioni della New York Philharmonic in estate.

Affascinante è poi l’area storica di Bethesda con la fontana omonima da cui sgorga acqua pura. Ci sono inoltre viali alberati, ponti, punti panoramici rialzati e zone boschive più intime. C’è il bacino idrico intitolato all’ex First Lady Jacqueline Kennedy Onassis, un lago circondato da un percorso dove è possibile fare jogging o semplicemente passeggiare. C’è il memoriale dedicato a John Lennon, ucciso nel 1980 a New York, che aveva scelto come casa. Lo Zoo del parco che ospita un’ampia varietà di animali e che è amato soprattutto dalle famiglie. E la pista di pattinaggio Wollman Rink aperta per la prima volta nel 1949 poi ristrutturata nel 1986, dove in inverno ci si può “esibire” sul ghiaccio in un contesto mozza fiato tra i grattacieli ed in estate è utilizzata per il pattinaggio a rotelle.

Brooklyn, quel ponte di collegamento tra le attrazioni newyorkesi

Il Ponte di Brooklyn visto dal quartiere Dumbo foto da Unsplash di @fransaraco

Il Ponte di Brooklyn, riconoscibilissimo nel suo profilo che si staglia sull’orizzonte, collega la Manhattan che abbiamo appena lasciato, con un po’ di malinconia, con il distretto di Brooklyn. Inaugurato nel 1883 possiede una struttura in acciaio dominata dalla presenza di enormi cavi e torri in pietra gotica. Lungo 1825 metri è il primo ponte sospeso costruito ed attraversa il fiume East River. Percorribile a piedi o in bicicletta è, per queste caratteristiche, un luogo attrattivo per i turisti che cercano che cosa fare a New York in una settimana; nonché snodo nevralgico, come detto, per recarsi in uno dei distretti più popolosi e in via di rinascita della Grande Mela.

La varietà di genti e luoghi, la vivacità insita nella sua stessa identità multiculturale non faranno rimpiangere al turista di aver abbandonato gli sfarzi ed il brillio dell’Isola di Manhattan. Anche a Brooklyn non mancano i posti da vedere e da vivere, tra quartieri più lussuosi e quartieri dedicati alla mondanità. Tra essi particolare attenzione merita Dumbo dall’architettura industriale con le sue gallerie, le sue caffetterie e le boutique di design. A Brooklyn Heights si trova invece la Promenade omonima, una passerella pedonale con vista sulla skyline newyorkese, che garantisce probabilmente una delle migliori visioni d’insieme della città.

Ellis Island e la Statua della Libertà o l’approdo dei sogni

La Statua della Libertà Foto da unsplash di @juliusdrost

La storia degli Stati Uniti si incrocia inevitabilmente con uno dei suoi luoghi più simbolici, la Statua della Libertà (inaugurata nel 1886 e dono commemorativo della Francia per il centenario dell’indipendenza Americana ), associata alla vicina Ellis Island. Qui, nel porto di New York, iniziava la nuova vita di chi si recava in America alla ricerca di un sogno. Qui i destini di molti immigrati prendevano già il corso che gli avrebbe definiti, forse per il resto dell’esistenza. O forse no, giacché lo stesso simboleggiare concetti quali la libertà, la speranza e la democrazia non poteva non creare l’illusione di un futuro migliore anche in chi doveva affrontare molte asperità e lottare contro ogni avversione.

Se volete immergervi nella storia, non potete perciò non visitarla, assieme al Museo dell’Immigrazione di Ellis Island (isola dove, tra il 1892 e il 1954, transitarono più di 12 milioni di immigrati in attesa di controllo e dell’agognata ammissione negli Usa). Per raggiungere entrambe è necessario utilizzare il traghetto ufficiale che ha regolari partenze da Manhattan e dal New Jersey.

Cosa fare a New York in una settimana? Perché visitare il Bronx

Throgs Neck Bridge foto da unsplash di @andrefrueh

Adesso proveremo a concederci ancora un po’ del tempo rimasto per sfatare un mito negativo. Quello del Bronx. Un tempo attraversato da una grossa crisi urbanistica, ma oggi in piena rifioritura. Nell’unico distretto a trovarsi sulla terraferma, ha la sua sede la squadra di Baseball dei New York Yankees. Lo Yankee Stadium, ricostruito nel 2008, ospita gli incontri della Major League di Baseball ed anche le partite della squadra di calcio Fc New York, di cui gli Yankees sono coproprietari. Per chi ama lo sport americano, soprattutto, andarci potrebbe essere un’occasione imperdibile per vedere giocare da vicino una delle squadre più titolate al mondo. (Mentre il Madison Square Garden, sede di Basket, Hockey e concerti é a Manhattan ed il Football si esibisce nel New Jersey).

Altra attrazione del Bronx è il Pelham Bay Park, il parco più grande di New York. La sua estensione di 2700 acri, che raddoppia quella del Central Park, ne determina la vastità e l’importanza. Tra i suoi richiami non si può non citare la Orchard Beach, una spiaggia artificiale frequentatissima nei mesi estivi.

Un’ultima nota su New York City la si deve, restando in argomento, alle spiagge naturali di Rockaway Beach nel Queens (dove sono ospitati anche i 2 aeroporti principali cittadini, il John F. Kennedy International Airport e il LaGuardia Airport) e di South Beach a Staten Island.


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Nicoletta Spinozzi

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