Non solo Diabolik – donne e fumetti: una storia italiana
Se credete che i grandi protagonisti dei fumetti italiani siano tutti creazioni di autori e disegnatori uomini vi sbagliate di grosso. Sapevate infatti che Diabolik è nato dalla mente creativa di due donne? E non si tratta dell’unico personaggio a fumetti creato da una donna: molti fumetti italiani devono alle donne la loro esistenza!
Oggi noi di Kappuccio vi accompagniamo in un inedito viaggio nel mondo dei fumetti italiani attraverso creatrici e protagoniste donne che hanno fatto grande la nona arte.
Diabolik: il personaggio a fumetti di due donne fuori dal comune
Probabilmente in pochi sanno che il ladro più famoso del fumetto italiano è una creazione tutta al femminile. Le sorelle Angela e Luciana Giussani ne sono infatti le responsabili. Angela in particolare, è l’ideatrice del famoso personaggio, successivamente venne affiancata nella stesura delle storie dalla sorella Luciana. Due donne incredibili che hanno fatto la storia dei fumetti italiani!
Geniali creative che innovarono il modo di fare fumetto da quando il primo numero di Diabolik, dal titolo
Il Re del Terrore, arrivò in edicola nel novembre 1962, edito dalla semisconosciuta Casa Editrice Astorina, fondata proprio dall’intraprendente Angela.
Angela Giussani: storia di una creatrice
Nata a Milano nel 1922, Angela aveva un carattere forte, estroverso e ribelle. All’epoca le donne vivevano ancora in una condizione subalterna. Quelle poche che guidavano un’automobile erano guardate con curiosità e sospetto. Angela aveva invece addirittura ottenuto il brevetto di pilota d’aereo. Praticava sport come l’equitazione e lo sci. Lavorava anche come modella per foto di moda e pubblicità, oltre che come giornalista e redattrice.
A ventisette anni, Angela sposa l’editore Gino Sansoni, una personalità creativa e intraprendente perfetta per il carattere deciso della donna, che dedicherà tutta la sua vita lavorativa solo a Diabolik e dirigerà la Casa Editrice Astorina fino al giorno della sua scomparsa, avvenuta nel febbraio del 1987.
Eva Kant: molto più di una semplice spalla
Eva non è solo la compagna nella vita del genio criminale Diabolik, ma esattamente come lui è maestra di travestimenti e del crimine. Guida una Jaguar E-Type rigorosamente nera e di solito entra in azione indossando un’attillata veste dello stesso colore, senza maschera. Porta i capelli raccolti ed è considerata una delle donne più belle del pianeta. Più che una remissiva classica fidanzata è l’immagine speculare al femminile di Diabolik. Lei bionda e sensuale, lui moro e cupo e soprattutto una valida complice nell’esecuzione dei colpi.
I modelli che hanno ispirato Eva Kant
Il cognome di Eva è ripreso dal celeberrimo filosofo Immanuel Kant, amato da Angela Giussani fin dall’adolescenza, oggetto della sua tesina di diploma all’Istituto Magistrale. L’immagine di Eva Kant, come quella di Diabolik, è cambiata molto nel corso degli anni diventando sempre più moderna. In origine le sorelle Giussani avevano preso l’ispirazione del personaggio dalle attrici Grace Kelly e Kim Novak. Il disegnatore torinese Sergio Zaniboni ha utilizzato come modella Cristina Adinolfi, che fotografava nelle stesse pose in cui, in seguito, doveva disegnare Eva.
L’evoluzione dal rapporto tra Diabolik ed Eva Kant
Lady Kant appare per la prima volta nel 1963, nel terzo numero della testata, L’arresto di Diabolik e
trova subito in Diabolik il compagno di vita ideale. Presto si imporrà stabilmente nelle pubblicazioni, scardinando lo stereotipo del “criminale solitario” che inizialmente andava delineandosi.
Diabolik e Eva sono dei ladri molto sofisticati, padroni di un preciso e personale codice morale, ma non appartengono alla categoria dei ladri gentiluomini. Uccidono per impossessarsi delle fortune altrui, ma – almeno da un certo punto in poi della loro storia editoriale – se possono cercano di evitare delitti, per esempio narcotizzando le loro vittime.
Allo stesso modo si è evoluto il suo personaggio: nelle prime storie, la donna aveva un ruolo subalterno a Diabolik e spesso veniva ritratta mentre si disperava per essersi trovata in una vita da incubo, dalla quale non può fuggire a causa del grande amore da lei nutrito per il grande criminale. In un albo, Diabolik arriva addirittura a tentare di strangolarla dopo una sua disobbedienza.
Col tempo, il rapporto uomo-donna e di partnership tra Diabolik ed Eva si è progressivamente livellato, diversamente da quanto accade nella quasi totalità dei rapporti tra partner in altri fumetti.
Lady Kant è diventata la controparte ideale di Diabolik, assorbendo da lui i caratteri fondamentali del suo essere; lo stesso è accaduto a Diabolik, che ha acquisito dalla sua donna alcuni lati del proprio carattere.
Eva si è inoltre imposta al lettore come modello di stile e femminilità, in particolare per la sua indipendenza, e negli anni è apparsa come icona visiva nella pubblicità e nella moda femminile.
La regina del noir italiano: Barbara Baraldi
Chissà se sia stata la pianura padana dove nasce e cresce ad avvicinarla all’immaginario horror. Non è difficile immaginare che sia stata proprio la nebbia che avvolge Mirandola, suo paese natale, a creare una familiarità con le atmosfere più cupe e tetre. Barbara Baraldi, inizia da giovanissima come autrice di romanzi, per poi approdare al fumetto.
Si avvicina al genere con lo pseudonimo di Luna Lanzoni – nel racconto Una storia da rubare, con cui nel 2006 si aggiudica il XXXIII Premio Gran Giallo Città di Cattolica ed esordisce nel romanzo poliziesco nel 2007 con il romanzo La collezionista di sogni infranti.
A maggio del 2008 esce La bambola di cristallo che viene pubblicato in lingua inglese dall’editore britannico John Blake publishing. Nel 2011 è tra gli intervistati del documentario Italian noir, che vede la partecipazione di Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri, Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo.
Il Dylan Dog di Barbara Baraldi
Nel 2012, la Baraldi esordisce come sceneggiatrice di Dylan Dog con Il bottone di madreperla disegnato da Paolo Mottura, nel 2015 continua la sua avventura con l’indagatore dell’incubo con La mano sbagliata, illustrato da Nicola Mari, a cui seguono numerose sceneggiature tra cui Jenny, ispirato alla canzone Jenny è pazza di Vasco Rossi, terzo episodio del ciclo che vede la collaborazione della Sergio Bonelli Editore con il rocker emiliano.
Dopo una lunga esperienza come sceneggiatrice per il fumetto, nel 4 maggio 2023 viene annunciata la sua nomina a curatrice della testata Dylan Dog. Un ruolo importante, in precedenza mai ricoperto da una donna. Un segnale positivo che testimonia quanto le donne – nonostante l’associazione non sia immediata – abbiano contribuito e contribuiscano al mondo dei fumetti italiani.
Satanik
Tra i personaggi a fumetti donne che più hanno segnato l’immaginario culturale e visivo italiano c’è sicuramente Satanik, creata negli anni sessanta da Max Bunker e dal disegnatore Magnus e protagonista della omonima serie edita dall’Editoriale Corno dal 1964 al 1974.
Appartenente al filone del fumetto nero italiano, di cui rappresenta il capostipite con Kriminal (con cui condivide creatore e disegnatore) e Diabolik, a differenza di questi ultimi introduce anche aspetti tipici del genere horror, soprattutto per la presenza di tematiche legate al soprannaturale, e una componente erotica, più marginale nelle altre due testate.
Fu il primo personaggio femminile del fumetto italiano a raggiungere un successo duraturo che porterà a pubblicare oltre duecento numeri in circa un decennio.
Come Marny Bannister è diventata Satanik
Marny Bannister è una giovane chimica con il viso orribilmente sfigurato da una voglia. Grazie a una formula di sua invenzione riesce a trasformarsi in una bellissima vamp. Per ottenere la bella vita che il suo aspetto le ha sempre negato, dopo la trasformazione nella splendida Satanik, non esita a sfruttare la propria avvenenza per irretire gli uomini.
Un grande classico della letteratura in chiave femminile
Il fumetto è chiaramente ispirato a Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson dove lo scienziato modifica il suo aspetto fisico e la sua natura per mezzo di una pozione.
Satanik risulta essere per l’epoca un personaggio innovativo prima di tutto per la scelta come protagonista di una donna estremamente libera ed emancipata e anche per la malvagità sadica con cui elimina gli uomini, dopo essersi approfittata di loro, e chiunque tenti di intralciarla.
Marny Bannister è una strega che incarna gli incubi dell’immaginario maschile di fronte ai primi segnali di
emancipazione della donna. Nonostante il suo potere Marny cela un’intima debolezza perché la sua trasformazione è comunque temporanea e legata all’assunzione di una pozione, poi sostituita da
irraggiamenti di una speciale luce laser, i cui effetti sono di breve durata e al cui termine Marny riprende il suo originario aspetto.
Il personaggio di Satanik risultava in contrasto con la morale dell’epoca più di Kriminal e di Diabolik, in quanto i “buoni” non risultano vittoriosi, ma vengono uccisi proprio come i cattivi e l’unica che vince sempre è una donna che ha rinunciato a qualsiasi morale per raggiungere i propri scopi.
Julia – la carta vincente di Berardi
Julia – Le avventure di una criminologa è una serie a fumetti scritta da Giancarlo Berardi ed edita
dalla Sergio Bonelli Editore dal 1998. Julia si intreccia con le vicende editoriali della più nota creatura cartacea di Berardi, Ken Parker che a metà degli anni Novanta raggiunse il suo minimo storico di vendite. L’editore Bonelli preoccupato della perdita economica, invitava il fumettista a sottoporgli qualcosa di nuovo: da questa esigenza nasce il personaggio della criminologa che riportò in auge la carriera di Berardi.
Un personaggio che si è fatto strada tra le donne dei fumetti italiani nato dalla passione per il genere hardboiled e dalla conseguente tesi di laurea sulla “Sociologia del romanzo poliziesco” di Berardi. L’autore seppe creare una protagonista femminile in grado di incarnare gli stilemi del genere — su tutti, le trame investigative e una certa introspezione psicologica. Il nome della protagonista deriva dalla gens Iulia, per omaggiare la sua origine italiana, mentre il cognome Kendall venne scelto per sottolineare come il personaggio fosse una creazione dell’autore di Ken Parker.
Audrey Hepburn dietro Julia Kendall
La protagonista Julia Kendall è ispirata fisicamente ai tratti di Audrey Hepburn, una delle attrici
preferite dell’autore. La giovane vive la sua vita di giovane criminologa alle prese con i misteri di Garden City, un’immaginaria metropoli del New Jersey a circa un’ora da New York.
Ad affiancarla nelle sue indagini ci sono quasi sempre il burbero tenente Alan Webb, con cui spesso si scontra a causa delle differenti posizioni politiche ed etiche, e il simpatico sergente “Big” Ben Irving, oltre all’investigatore privato e fraterno amico Leo Baxter; mentre a riempire la sua vita privata ci sono l’anziana nonna Lillian, che Julia sente come una madre dopo essere rimasta orfana sin da bambina, e la sorella minore Norma, famosa modella dalla turbolenta vita.
Valentina: il successo a fumetti di una donna che è tutte le donne
Valentina Rosselli è un personaggio immaginario protagonista dell’omonima serie a fumetti, creata da Guido
Crepax nel 1965. La serie ha un taglio cinematografico, spesso onirico, ed è ricco di citazioni che spaziano dalla storia, all’arte, al fumetto stesso. Nelle trame, reale e immaginario spesso si fondono o si confondono senza una chiara distinzione.
Il successo del personaggio è molto probabilmente legato alla scelta di trasporre nel fumetto, una donna comune, come tante. A differenza di altre donne a fumetti Valentina non ha nulla a che vedere con il crimine o il sovrannaturale. La protagonista ripercorre la sua vita al contrario, rintraccia frammenti di sé, della sua infanzia e dell’adolescenza, gioie e dolori, i primi amori, la perdita prematura dei genitori e i disturbi alimentari, infine torna agli anni della maturità segnati dalla volontà di difendere sempre la propria indipendenza, dalle relazioni sentimentali, da desideri e paure, da un lavoro e un figlio.
Le vicende personali della fotografa Valentina Rosselli sono spesso accompagnate da espressioni dell’inconscio come incubi e allucinazioni. Donna spregiudicata e curiosa, vive avventure nel suo mondo onirico con Philip, il suo fidanzato, un compagno discreto e comprensivo.
È uno dei pochi personaggi della storia del fumetto italiano di cui si conosce tutto, compresa la sua carta d’identità: è nata il giorno di Natale del 1942, come Luisa Mandelli, la moglie di Crepax e anche la residenza è la stessa, un appartamento in via De Amicis a Milano e cresce e invecchia come una persona reale.
Un nuovo modello di protagonista femminile: la rivincita delle more
“Quando ho inventato Valentina volevo fare una donna diversa da quella degli altri fumetti – spiega, nel 1980, lo stesso Crepax -. Prima di tutto niente capelli lunghi e biondi, tipo Brigitte Bardot. Avevo una foto di Louise Brooks del 1929 che mi piaceva molto. I capelli neri e corti erano perfetti, adatti a inquadrature tagliate dritte,senza svolazzi. Gli occhi e la bocca erano fondamentali per rendere subito riconoscibile la faccia […] Poi ci sono i racconti. E qui Valentina è veramente molto diversa dalle altre. Nelle sue storie non c’è solo erotismo, ma anche politica, costume, sogno, psicanalisi, fantascienza, avventura”.
I tratti fisici del personaggio sono ispirati oltre che all’attrice statunitense che negli anni venti conquistò il mondo cinematografico atteggiandosi a donna fatale anche alla moglie del disegnatore che ha posato come modella per il personaggio. In un episodio dedicato alla sua infanzia, Valentina rivela che ha assunto il look dell’attrice Brooks alla fine della sua adolescenza, ispirandosi al film Il vaso di Pandora (1928).
Una fumettista italiana da Oscar
Emblematica del ruolo di primo punto che le donne hanno nei fumetti italiani è la partecipazione di Sara Pichelli – unica italiana a rappresentare l’Italia alla serata degli Oscar 2019. Con il suo team ha conquistato la prestigiosa statuetta per il film Spider-Man: Into the Spider-Verse, nella categoria miglior film d’animazione.
La fumettista marchigiana di grande talento che da diversi anni è molto richiesta dalle produzioni internazionali per la sua straordinaria creatività. Ha iniziato come storyboarder e character designer e a soli 25 anni è stata notata dalla Marvel Comics dopo aver vinto un contest internazionale nel 2008. Ha dato un grande contributo al rilancio de I Fantastici Quattro nella nuova serie a fumetti ed è stata assistente di David Messina nella serie Star Trek della IDW Publishing.
È dalla sua penna che è nato il personaggio di Miles Morales, ideato da Brian Bendis. È il primo personaggio afro-americano a vestire i panni dell’Uomo Ragno, anche se solo nell’Universo Ultimate. Miles Morales nasce nel periodo storico dell’elezione di Barak Obama alla Casa Bianca, che ha segnato un passaggio storico importantissimo. Un supereroe afro-americano era quello che serviva dopo l’elezione di Obama ed ecco che viene affidato a Sara Pichelli l’incarico di dargli un volto e una caratterizzazione.
In questo breve articolo abbiamo voluto omaggiare alcune delle donne protagoniste storiche e contemporanee dei fumetti italiani e i personaggi femminili a fumetti più amati.
Se questa panoramica femminile nella storia del fumetto italiano vi è interessata, non possiamo che suggerirvi anche di approfondire le vicende delle donne che hanno segnato l’arte italiana.
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In copertina: foto di Astorina.