Caffè artistici a Napoli: dalla musica live all’arte del caffè

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Na tazzulella e caffè cantava Pino Daniele nel lontano 1977, quando lui, appena ventenne non era ancora divenuto l’icona della canzone napoletana che sarebbe stato in seguito. Ma il caffè rappresentava già, per la città, quel rito incastonato tra tradizione e contraddizioni. Sempre molto presente, nel sentire collettivo, l’esigenza di autodeterminarsi, di emanciparsi dalla condizione precaria in cui altri l’hanno, nel tempo, confinato. Un’amara riflessione che nulla dovrebbe avere a che fare con il piacere intrinseco che si sprigiona appunto da una minuscola tazzina contenente quel prezioso fluido magico. Capace di inibire e far dimenticare. Il caffè a Napoli però ha una profondità ancora maggiore, se assaporato nei locali tipici del suo servizio. I caffè artistici a Napoli possiedono anche la passione scaturita dall’incontro, alimentata dal convivio. Per un popolo unico, in grado di rialzarsi da qualsiasi circostanza avversa. E allora facciamoci trasportare anche noi dalla musica live all’arte del caffè, un esperienza lunga un sorso o forse anche di più.

Seguiteci alla scoperta della Napoli tipica dei caffè artistici. Perchè questa città ci ha catturato talmente il cuore che trovare una scusa per scrivere di lei, ci sembra un peccato veniale da compiere. Sentiamo l’esigenza di esaltare la sua bellezza attraverso le tante particolarità che la rappresentano. E il caffè sta proprio al centro di esse.

Il tour a Napoli continua con i suoi caffè artistici tra musica live e l’arte del caffè

Caffè artistici foto da Unsplash di @ahtziri

Dopo esserci occupati della Napoli pregna di cultura e divertimento e arte, adesso continuiamo il nostro percorso addentrandoci in un altro aspetto fondamentale per la napoletanità: il rapporto con il rito del caffè.

E a esser sinceri parrebbe quasi una voluta crasi tra le diverse anime che abbiamo analizzato in precedenza. Perché parleremo dei caffè artistici, i quali rappresentano un’esperienza a tutto tondo aldilà dell’attimo intenso della degustazione. A renderlo indimenticabile oltre ogni immaginazione.

Un divertimento particolare, un affare di cultura che coinvolge tutti i nostri sensi, arricchisce mente corpo e anima. Allieta e pacifica, circoscrive le giornate tappezzandole di piacere. Quello che deriva essenzialmente da tutto ciò che ci fa stare bene, con noi stessi e insieme agli altri. In compagnia del sogno, talvolta, di potersi catapultare in un passato diverso. Né migliore, né peggiore, solo slegato dalla quotidiana lotta per attraversare l’esistenza.

Il Gran caffè Gambrinus tra i caffè artistici a Napoli, il caffè degli artisti

Uno dei Caffè più importanti a Napoli foto da unsplash di @_elleci

Il Gran caffè Gambrinus è il più rinomato caffè letterario di Napoli. Che trae la sua origine dall’ispirazione offertagli dai caffè di stampo europeo. Fondato nel 1860 e rinnovato nel 1890, crebbe in fama almeno fino all’anno 1938, quando ne venne ordinata la chiusura perché considerato un covo antifascista.

Negli anni ’70, la famiglia Sergio, il padre Michele e i due figli Antonio e Arturo, assieme al genero, rilevarono la conduzione del locale, riportandolo, con non poca fatica, agli antichi splendori, anche ripristinando la galleria d’arte e la sala da tè.

Numerosi sono stati, nel tempo, i personaggi noti che lo hanno frequentato, (tra essi Oscar Wilde, Gabriele D’Annunzio, Filippo Tommaso Marinetti, Matilde Serao, la principessa Sissi, Benedetto Croce, Ernst Hemingway) perché qui l’antica tradizione del caffè napoletano è sempre stata rispettata e tutt’ora cosí accade. Anche quando si fonde a essa uno spirito di innovazione che è utile a mantenere saldo ogni timone di vascello regale. Non va dimenticato inoltre che il Gran Caffè Gambrinus può vantare una gelateria e una pasticceria artigianali di eccelsa qualità.

Cafè do Brasil la storia in un quartiere

Foto di @nicoletta

Il Vomero è uno dei quartieri collinari di Napoli, con una grande storia alle spalle. Da qui iniziarono gli scontri durante le Quattro giornate di Napoli, in piena seconda Guerra Mondiale. Sempre qui sono nate le prime case di produzione cinematografica italiane, a inizio del Novecento, che contribuirono all’ascesa dell’industria. Nonostante anni di insipiente speculazione edilizia, che ne ha modificato gli antichi tratti, rimane l’importanza dal punto di vista architettonico del suo patrimonio artistico.

Il Cafè do Brasil si inserisce pertanto in questo contesto, come un locale storico e famosissimo, che fa della tradizione del buon caffè uno dei suoi punti di forza. Come l’accoglienza tipica e una cura profonda dei più minimi dettagli nei suoi ambienti, dai tavolini agli specchi.

Ma nel concreto, che è ciò che il cliente poi assimila in maniera più diretta, tre sono le caratteristiche specifiche che elevano la qualità dell’esperienza qui provata. La panna fresca artigianale al sapore di caffè, la vendita all’ingrosso di numerose tipologie di caffè e il rispetto per una sacra abitudine: servire il caffè in tazzine calde già zuccherate.

Caffè del Professore

Un rito, il caffè foto da Unsplash di @ahtziri

Ci si puó confondere, ma non si deve sbagliare, il Caffè del professore è solo uno, si trova in Piazza Trieste e Trento vicino a Piazza del Plebiscito, ed è il punto d’incontro perfetto dove poter gustare un ottimo caffè napoletano e le sue varianti. Non siamo noi a dirlo è la sua fama che lo precede, uno stato preciso che parte dall’alto, da parte di chi ne ha le redini. Un dovere accolto con il sorriso per garantire giusta soddisfazione alla propria clientela.

Anche quella proveniente dall’estero, perché questo locale è conosciuto in tutto il mondo. Oltre ad un espresso cremoso e ricco d’aroma si possono gustare altre specialità della casa: il caffè alla nocciola, quello con panna, crema e cacao, al kinder, alla Nutella.

Pin’8

Na tazzulella e caffè foto da pixabay di @shixugang

Situato nel centro storico della città, il Pin’8 è un caffè letterario, un Lounge bar dove si pratica una benemerita arte: la cultura musicale. Ma questa definizione è persino riduttiva per le opportunità che vi si trovano. Perché qui si scambiano idee, si può leggere indisturbati, sorseggiando drink e ascoltando convegni.

Naturalmente gustando ottimi caffè, giacché è sempre il tempo di un buon caffè, come recita l’adagio che si può leggere sui muri. Tutto ciò avviene, anche laddove la musica rimane il leit motiv principale, quel filo di luce che conduce in un mondo del tutto speciale. Uno dei pochi in città a proporla ancora dal vivo, nella variabile però più cara, quella della musica napoletana. Il ritmo che dà colore alla vita in terra partenopea.

Il locale è dedicato tra l’altro, e non sarebbe diversamente possibile, a Pino Daniele. Il mito nato poco lontano dalle sue serrande, figlio del quartiere di Santa Chiara. E il nome Pin8, in questa grafia tanto particolare, ne richiama il modo stesso del cantante di firmarsi. Un omaggio all’uomo e alla tradizione.

Bar Mexico

Moka e chicchi foto da unsplash di @alexagorn

Venerdì 3 novembre 2023 ha compiuto 70 anni e la longevità è una delle caratteristiche principali del Bar Mexico, aperto dal lontano 1953 in Piazza Dante. Non la sola che permette di mantenere una nutrita fedele soddisfatta clientela.

Altra peculiarità del locale è l’utilizzo della famosissima miscela Passalacqua, servita macinata all’attimo e rigorosamente nelle tazzine calde, già zuccherate. Quella che permise allo scrittore e regista Mario Soldati di definire il caffè qui gustato “il miglior caffè d’Italia“. Perché al Bar Mexico, come recita l’insegna, il caffè è un culto.


Siamo giunti al termine del nostro tour dei migliori caffè artistici di Napoli, fateci sapere se ne avete altri da consigliarci o quali sono i vostri caffè del cuore!

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Nicoletta Spinozzi

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