Le imperdibili opere del Museo Egizio di Torino

3 Condivisioni

Il caldo di questa estate sta mettendo tutti a dura prova. Influisce anche sulle nostre decisioni riguardo all’organizzazione delle vacanze. Si desidera solo il fresco di luoghi ombreggiati, dove alleggerire una morsa divenuta sin troppo soffocante. O un bel bagno nell’acqua limpida dei lidi balneari, magari tropicali. A soffrirne, oltre la pazienza, potrebbero essere le grandi città italiane. Snobbate nelle loro bellezze per necessità, piuttosto che per trascuratezza. Ma le città d’Italia trovano comunque il guizzo giusto, anche tra attrazioni di gran lunga più centrate, in base alla stagione. Prendiamo per esempio Torino. Il suo Museo Egizio è una destinazione da non perdere per conoscere una delle civiltà più affascinanti del passato.

Kappuccio sperimenta per voi. In un’afosa giornata di metà settimana, si avventura alla scoperta della città magica.

Sapete perché la chiamano così? Perché secondo alcune interpretazioni esoteriche Torino è uno dei vertici dei triangoli magici, bianchi o neri che s’intenda. Per altre si compone di due poli energetici tali da indentificarla come città delle streghe. In ogni caso un fatto è indubbio, il suo posizionamento particolare, quale punto di incontro di linee planetarie a schiena di drago, le dona quell’unicità impossibile da riscontrare altrove. E chi, se non il popolo Egiziano dell’antichità, di riti, culti e magia si è nutrito come di un nettare benefico?

La città magica che ospita il Museo Egizio

Torino è stata la prima capitale del Regno Unito d’Italia dal 1861 al 1864, nonchè fulcro del precedente Regno Sabaudo. E della sua storicità ne porta i segni addosso. Nel presente è un importante polo universitario, artistico e scientifico. La centralità che la contraddistingue in ambito nazionale, ma anche fuori dai confini, si allarga anche al campo economico: aziende come la Fiat, l’Olivetti, la Lavazza, tra le altre, affondano le proprie radici a Torino. È capitale dell’editoria, e non potrebbe essere altrimenti, poiché patria di maestri come De Amicis, Salgari, Calvino, Pavese e Levi. Nel 2006 fu sede dei giochi Olimpici invernali.

Se si vuole visitare Torino di certo una giornata non basta. Oltre al Museo Egizio ci sono tantissimi luoghi di interesse culturale. La Mole Antonelliana ne è edificio simbolo: progettata nel 1863 dall’architetto Alessandro Antonelli e terminata nel 1889, fu inizialmente concepita come Sinagoga, ma una volta acquisita dal comune è divenuta un monumento di unità nazionale. Al suo interno si trova il Museo Nazionale del Cinema uno dei più importanti, che espone anche attrezzature d’epoca, pezzi di set cinematografici, manifesti e pellicole.

Alcuni palazzi fondamentali sono quello Reale patrimonio dell’Unesco, Palazzo Madama sede del Museo civico d’Arte antica. Palazzo Carignano che fu sede del primo Parlamento Italiano (che annoverava tra le sue fila Garibaldi, Mazzini, Manzoni e Verdi) e oggi ospita il Museo del Risorgimento.

Il Duomo di Torino è poi l’unica chiesa cittadina rinascimentale, nella sua cappella è custodita la Sacra Sindone.

Se gli edifici al chiuso mostrano con discrezione il loro fascino interno, più manifesta è la sinuosità esterna loro, come di vie e piazze. Piazza Castello, nel centro cittadino, circondata dai caratteristici portici, Piazza San Carlo il salotto sociale situato nel centro storico. Qui, nei caffè, frequentati da intellettuali, nobili e reali si intrecciavano vite e relazioni alla base della nostra stessa storia. Al centro imperiosa si erge invece la Statua Equestre di Emanuele Filiberto di Savoia.

Sulle rive del maestoso Po, il turista può riposarsi dopo un proficuo peregrinaggio nel Parco Pubblico del Valentino. Passeggiare, andare in bici, ammirare il Castello, il Borgo medioevale e il giardino roccioso romanticamente inserito in un quadro abbellito da ruscelli, sentieri e fiori.

Non dimenticate infine che ci sono ancora alcune mostre attive da visitare a Torino, tra quelle che avevamo segnalato nel nostro articolo “Le mostre d’arte più interessanti del 2022”, e altre verranno organizzate sicuramente nel prossimo futuro.

La storia del Museo Egizio

Ingresso al Museo Egizio @nicoletta

Il Museo Egizio di Torino è il più antico del mondo. Ubicato in un palazzo barocco, nel centro città, venne fondato nel 1824 e possiede la seconda collezione di antichità egizie del mondo, la più importante fuori dall’Egitto. Ma la storia della genesi di un luogo così unico inizia molto addietro, nella seconda metà del XVI secolo per la precisione, quando i duchi di Savoia spostarono la loro capitale a Torino e in un clima generale di interesse verso religione e mitologia ricercarono in esse le proprie origini. La scoperta di una statua romana, che suggerì la presenza di un santuario dedicato a Iside, legò indissolubilmente la città alla civiltà sorta sulle rive del Nilo.

Tra il 1626 e il 1630 i Savoia acquistarono inoltre una collezione di antichità tra cui la Mensa Isiaca. Il fondatore fu il re Carlo Felice di Savoia che acquisì oltre 5600 reperti riuniti da Bernardino Drovetti, console di Francia durante l’occupazione in Egitto.

Figura di spicco ulteriore fu Ernesto Schiapparelli, noto egittologo italiano, che ne divenne direttore dal 1894 sino alla morte nel 1928. Nel 1903 diede avvio all’attività della missione archeologica italiana in Egitto, durante la quale portò a termine una quindicina di fruttuosi scavi. Tra le scoperte più importanti vanno ricordate almeno:

  • la tomba della regina Nefertari, moglie di Ramesse II nel 1904;
  • la tomba dell’architetto reale Kha nella necropoli di Tebe nel 1906.

La sua struttura

Le sale del Museo @nicoletta

Nel 2015 vi è stato un profondo rinnovamento del Museo Egizio di Torino. Un ampliamento necessario a coniugare le esigenze di ricerca scientifica e le opportunità da offrire al vasto pubblico che quotidianamente vi si riversa assetato di conoscenza. Lo spazio adibito alle esposizioni è oggi di circa 10000 mq suddiviso in 5 piani e 15 sale. 3300 sono gli oggetti presenti per un percorso che si snoda in maniera temporale e omogenea.

  • Al piano interrato, composto anche dalla biglietteria, dal guardaroba e dal negozio chiamato Museumshop, prende il via il viaggio per l’Antico Egitto, con le sale dedicate alla storia del Museo. Presentata agli spettatori non solo grazie ai reperti, ma anche attraverso le persone che ne hanno permesso il glorioso seguito dopo l’antica fondazione.
  • Il successivo passaggio porta direttamente al secondo piano che abbraccia uno spazio temporale (dal 4500 a.C. al 1076 a.C.) che va dall’Epoca Predinastica al Nuovo Regno. Quando il dinamismo economico, sociale e culturale trovò pieno sviluppo. Nel mezzo va almeno ricordato l’Antico regno: epoca di piramidi, geroglifici e canoni precisi di rappresentazione artistica. Il percorso museale affronta questi periodi nel preciso ordine cronologico, con lo scopo di rendere evidenti i cambiamenti della civiltà egizia.
  • Si continua tornando al primo piano e proseguendo il filo storico del viaggio. La sala 6, i cui reperti sono databili ancora al Nuovo Regno, è dedicata al villaggio di Deir el-Medina che precede la sala più importante di tutto il Museo quella che conserva il corredo funerario della tomba dell’architetto Kha e di sua moglie Merit. Vi sono, andando oltre, la Galleria dei Sarcofagi per poi approdare alle sale dedicate all’instabile Epoca Tarda e all’Epoca Tolemaica (il cui nome deriva dalla dinastia dei Tolomei che governarono dopo la morte di Alessandro Magno). La parte finale del primo piano è dedicata, con statue, stele e sarcofagi all’epoca Romana e Tardo Antica. All’evoluzione religiosa e artigianale nel mondo romano e islamico.
La maestositá dei reperti @nicoletta
  • L’ultimo sforzo (ben ripagato!) ci accompagna verso l’allestimento altamente scenografico di Dante Ferretti per la Galleria dei Re (piano zero), le colossali statue di dei e faraoni portate a Torino da Bernardino Drovetti all’inizio del XIX secolo. Tra cui le sfingi di Karnak, Ramesse II, il faraone Sethi II. Una sezione conserva infine il Tempio di Ellesiya costruito da Tuthmosi III e giunto a Torino nel 1967 come dono del governo egiziano.

Esposizioni da non perdere nel Museo Egizio

Sono davvero tante le cose da ammirare al Museo Egizio di Torino, al punto che occorre evidenziarne alcune in particolare per non rischiare di perderle di vista.

La statua di Ramesse II

Ramesse II @nicoletta

Questa statua, che raffigura uno dei personaggi più importanti dell’antico Egitto, è anche uno dei simboli per eccellenza del Museo Egizio. Il faraone Ramesse II che, durante il suo regno assai lungo (quasi 70 anni) fece costruire numerosi monumenti, fondò una nuova capitale nel delta del Nilo, accrebbe i confini del Paese.

Una mummia naturale predinastica

Mummia predinastica @nicoletta

Acquistata da Ernesto Schiaparelli agli inizi del ‘900 è il corpo di un uomo di circa 40 anni, accompagnato da un corredo funerario composto da frecce, ceste e un paio di sandali. In epoca predinastica, i defunti erano deposti in buche ovali o circolari, su un fianco. La conservazione per disseccazione naturale era favorita dal contatto con il terreno sabbioso.

La maschera funeraria di Merit

Deir el-Medina villaggio dove fu scoperta la Tomba di Kha e Merit @nicoletta

Ritrovata nel 1906 nel corredo funerario della Tomba di Kha. Venne eseguita con una tecnica simile alla cartapesta: bende di lino imbevute di gesso. Poi dorata (in virtù dello status divino di Merit dopo la morte) e decorata. Proteggeva il viso della defunta e le restituiva la vista.

La Tomba di Kha, architetto, e della moglie Merit rappresenta la scoperta più sensazionale oggi custodita nel Museo di Torino. La conservazione totale dei reperti è stata fondamentale per ricostruire le tecniche di imbalsamazione, per orientarsi sull’alimentazione, sull’abbigliamento e, in generale, sulla vita quotidiana dell‘Egitto durante il Nuovo Regno.

Il cibo ancora intatto

Pane di forme diverse @nicoletta

Il perfetto stato di conservazione del cibo del loro banchetto funerario ha permesso di ricostruire la dieta alimentare delle classi abbienti. Ci sono tanti tipi di pane a forma di disco o di animale che venivano consumati assieme a verdure quali cipolle, insalate, zucche e olive. Per cuocere gli alimenti si utilizzavano le spezie (cumino, dragoncello, ginepro e coriandolo). Le proteine derivavano dai legumi (fave e lenticchie). Tra i frutti vi sono il carrubo, la palma dum, il tamarindo. Poi fichi, datteri e uvetta.

Banchetto funerario @nicoletta

La tunica plissettata

La tunica @nicoletta

Appartenenti all’Antico Regno le tuniche a pieghe sono realizzate con tre pezzi di lino, una per il corpo, due per le maniche. Nel Museo se ne trovano circa 15, rinvenute durante gli scavi presso i siti di Gebelein e Assiut.

La mummia di toro

Toro mummificato @nicoletta

Molti Dei egiziani erano associati, nella loro manifestazione, ad animali che ne erano l’incarnazione. Il toro, nello specifico, era collegato al dio Api, al potere regale e al concetto di forza.

Alcune bestie venivano allevate appositamente nei templi e alla morte subivano la medesima procedura che avveniva per gli esseri umani. Spesso queste mummie animali venivano vendute come ex voto ai pellegrini. Altri reperti trovati erano invece animali domestici che il defunto voleva con sé, o cibo conservato per essere consumato “in seguito”.

All’interno del Museo sono presenti oltre 200 mummie di animali alcune ancora dentro il loro sarcofago.

La civiltà dell’Antico Egitto in pillole

Ciò che è noto degli Egizi, oltre le informazioni provenienti dagli storici classici come Erodoto e Plutarco, tra gli altri, lo dobbiamo all’egittologia. Disciplina che studia la civiltà e la lingua dell’antico Egitto. Due sono le date fondamentali che hanno riportato dall’oblio il paese dopo secoli di isolamento:

  • il 1798, anno della spedizione napoleonica a cui fece seguito l’opera monumentale “Descrizione dell’Egitto” (1809, il libro descriveva ogni aspetto della civiltà egizia con rilievo cartografico del paese e dei monumenti, tra cui la stele di Rosetta).
  • il biennio 1822/1824, grazie agli studi condotti da J.F. Champollion su questa stele trilingue e su altri documenti, fu possibile interpretare i geroglifici e decifrare i misteri che custodivano.

La loro epopea fatta di periodi aulici e intermedi, di dominazione e decadenza. Per una società fortemente gerarchica, con a capo il sovrano (Faraone) e suddivisa in classi e corporazioni. Basata su credenze religiose non sistemizzate, ma di stampo mitologico, che comprendevano numerosi culti locali e centinaia di divinità spesso zoomorfiche.

Ancora, il profondo culto dei morti e la cura maniacale per la sepoltura (le iscrizioni sepolcrali a carattere religioso costituiscono i primi testi scritti, seguiti dal Libro dei morti.)Le avanguardistiche tecniche di mummificazione e la lavorazione del papiro. Scienza e altre discipline asservite alla pratica. L’arte particolare e la magnificenza delle Piramidi o della Sfinge.

Minuscole pillole di un mondo magnetico e irresistibile. 3000 anni, ancora oggi continua fonte di interesse e ammirazione per gli studiosi.

Il turista nel Museo Egizio

Il Museo Egizio di Torino è un luogo essenziale da visitare per coloro i quali amano le antiche civiltà. Un alone di fascinazione estrema caratterizza questo popolo, i suoi misteri anche quelli irrisolti, e di conseguenza altrettanto avverrà per chi vi si recherà. L’unico consiglio adeguato che si può dare perciò a chi voglia intraprendere questo “viaggio” è quello di calcolare bene il tempo sufficiente a viverlo con l’intensità che merita. Perché non sono solo i reperti a parlare di ciò che è stato, ma, per esempio, le spiegazioni che accompagnano il passaggio nelle varie sale rappresentano un contorno succulento quanto le portate principali.

E si rischia di perdere la misura di questo tempo, come immersi in una clessidra la cui sabbia si muove e si insinua sin troppo velocemente sotto ai piedi. Se poi avrete la fortuna di incontrare alcuni volontari dediti alle spiegazioni con coinvolgente passione, cogliete anche questa di occasione per arricchire ancora di più la vostra visita. Per gli amanti della tecnologia esiste anche una app del Museo Egizio di Torino, sunto, a corredo dei vostri ricordi.

Museo Egizio Torino
Indirizzo: Via Accademia delle Scienze 6, 10123 Torino
Orari:
lun-sab: dalle 09:00 alle 18:30
Biglietti
Sito


Abbiamo così scoperto, con estremo piacere, che ogni occasione rappresenta un viaggio che si interseca con il proprio viaggio interiore. Vero è che ci siamo spesi per stuzzicare l’interesse attuale verso una meta forse insolita per la stagione. Ma a esser sinceri non esiste un momento migliore per immergersi in ciò che ci trasporta comunque altrove. Nel calendario della storia e negli spazi che la contraddistinguono. Così se il sole abbagliante vi attirerà su una bella spiaggia italiana, non ve ne faremo di certo una colpa! Basta che teniate a mente il nostro suggerimento, perché verrà utile comunque, anche in seguito. Anche nel prossimo autunno, in inverno o in primavera.

Vi ricordiamo di seguire @Kappuccio su Instagram, su Facebook e iscrivervi alla nostra newsletter per rimanere aggiornati sulle cose più belle da fare fuori e dentro l’Italia!

💬 Vuoi scoprire i posti più particolari di tutta Italia?Iscriviti alla nostra newsletter mensile! Mandiamo sempre solo le attività più interessanti.
3 Condivisioni

Nicoletta Spinozzi

Potrebbe piacerti...

Che ne pensi?

Vogliamo che tu faccia parte del nostro movimento.Crediamo che l'Italia sia il paese più bello al mondo.

E con la nostra newsletter mensile (sì, solo una volta al mese) condividiamo con te gli ultimi articoli, notizie, e cose da fare in Italia, tutto esclusivo e fatto in casa. 😉

Ti aspettiamo dall'altra parte!

Vogliamo che tu faccia parte del nostro movimento.Crediamo che l'Italia sia il paese più bello al mondo.

E con la nostra newsletter mensile (sì, solo una volta al mese) condividiamo con te gli ultimi articoli, notizie, e cose da fare in Italia, tutto esclusivo e fatto in casa. 😉

Ti aspettiamo dall'altra parte!

Crediamo che l'Italia sia il paese più bello al mondo, per questo vogliamo scoprirlo fino in fondo.

Il mondo sarà pieno di meraviglia, ma l'Italia ne avrà sempre di più. Vogliamo scoprirle tutte e condividerle con te, e se le vuoi ricevere via mail una volta al mese, sai cosa fare! 👇🏼