Storia e miti attorno all’origine della pizza

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La pizza è uno dei cibi simbolo dell’Italia a livello internazionale. Infatti, dalla tradizionale napoletana, fino alle versioni più fantasiose, si può dire che tutti amiamo la pizza, poiché questo piatto è simbolo di convivialità e amicizia. Però, com’è nata la pizza? È sempre stata come la conosciamo tutti oggi o era leggermente diversa in origine? Non ci resta altro da fare che iniziare un viaggio attraverso la storia e i miti che stanno all’origine della pizza.

Cosa aspettate, allora? Se siete dei curiosi buongustai continuate a leggere e vi sveleremo la storia e i miti che stanno attorno all’origine della pizza. 

Le origini storiche della pizza

Mani da cui scivola della farina prima di impastare
Foto di Austin Ban su Unsplash

Ogni piatto tradizionale ha una sua storia, che racconta come la sua ricetta si sia evoluta nel tempo, anche grazie a particolari eventi storici che hanno cambiato non solo la società, ma anche le nostre abitudini alimentari. E la nostra cara e amata pizza, non è che un altro esempio. Partiamo però dalle origini, in quanto la pizza è un impasto lievitato a base di acqua, farina e lievito. Le quali sono anche le componenti essenziali anche del pane, che l’uomo ha imparato a confezionare molto tempo fa. Già nel neolitico l’uomo sapeva infatti realizzare questo prezioso alimento, mescolando i cereali con l’acqua.

Le prime forme tonde, che ricordano la pizza, iniziano ad apparire nell’antico Egitto. Questo antico popolo poi aveva appreso poi anche l’arte della lievitazione. Quest’ultimi operavano attraverso paste inacidite oppure attraverso un lievito ottenuto dalla fermentazione della birra che essi producevano. Testimonianze di possibili antenati della pizza ci arrivano anche dalla Grecia antica, in cui era uso consumare dei “pani” appiattiti chiamati ‘plakountos’ che venivano spesso farciti con olio, cipolla o aglio. Anche il poeta Virgilio nella sua Eneide fa menzione di questo uso di consumare una tipologia di pane e condirlo con vari ingredienti.  

L’arrivo del pomodoro e la nascita della pizza 

Grappoli di pomodori rossi
Il famoso frutto che arrivò dall’america – Foto di Waldemar Brandt su Unsplash

Precedentemente abbiamo visto come i popoli antichi avessero già abbozzato una primordiale pizza, ben diversa da quella attuale. Infatti, un elemento caratteristico della pizza è il pomodoro, il quale non sarà però presente nella nostra penisola fino alla scoperta del nuovo mondo. Proprio per questo, il primo e vero incontro tra l’impasto lievitato e la salsa di pomodoro avverrà a metà settecento nel regno di Napoli riscuotendo anche un grande successo.

Una delle caratteristiche di questo piatto è infatti che riuscì a conquistare sia le classi sociali più nobiliari che quelle povere. Quest’ultima caratteristica fece diventare questo piatto universale, proprio come lo è oggi. In ogni caso, dovranno passare ancora molti anni prima che la pizza arrivi alla notorietà attuale. Infatti, fino agli inizi del novecento, questo piatto restò una prerogativa partenopea e italiana. Poi, negli anni successivi, anche grazie alle forti migrazioni avvenute nei periodi del dopoguerra, la pizza conquistò poco a poco tutto il mondo.

Pizze poste una accanto all'altra sul bancone di una pizzeria pronte per essere servite
Pizze fumanti che aspettano di arrivare ai clienti – Foto di Meg Boulden su Unsplash

La regina delle pizze, la pizza margherita

Una pizza margherita cotta e pronta da angiare con foglie di basilico fresco
Pizza margherita pronta da assaggiare – Foto di Aurélien Lemasson-Théobald su Unsplash

Concentriamoci ora su due tipi di pizze molto famosi, ossia la marinara e la margherita. La prima delle due è considerata come la più antica. Il suo nome però non deriva dal pesce, che nella ricetta non è presente, ma dal fatto che fosse il pasto che i marinai napoletani degustavano al ritorno dalle battute di pesca. I suoi ingredienti sono infatti: pomodoro, origano, aglio e olio EVO.

Per quanto riguarda la Margherita invece pare che il suo nome derivi da un fatto storico, un po’ romanzato. Si dice che il pizzaiolo Raffaele Esposito preparò tre differenti tipi di pizze, per la visita di re Umberto I e la consorte Margherita di Savoia. Secondo questo racconto, pare che la regina ne preferì una che ricordava i colori della bandiera italiana per via dei suoi ingredienti. Infatti, il rosso del pomodoro, il bianco della mozzarella e il verde del basilico sono gli ingredienti principali della margherita e ricordano proprio il nostro tricolore. Queste due versioni di pizza sono poi ritenute dai puristi le sole vere e originali pizze napoletane!

Una pizza Margherita appena sfornata su di una tavola in legno con nello sfondo la bocca del forno a legna ancora acceso
Margherita appena sfornata – Foto di Nik Owens su Unsplash

La vera e autentica pizza e la sua internazionalità

Per concludere questo sull’origine della pizza, articolo elenchiamo innanzitutto la procedura che l’associazione Verace pizza napoletana elenca per realizzare la vera e autentica pizza napoletana:

Mani che stanno tirando la pizza al fine di renderla perfettamente rotonda
Lavorazione dell’impasto rigorosamente a mano al fine di renderla tonda – Foto di Juan Manuel Núñez Méndez su Unsplash
  • La pizza dev’essere cotta in un forno a legna alla temperatura di 485°C.
  • Il tempo di cottura non deve essere superiore ai 90 secondi.
  • La base dev’essere fatta a mano senza utilizzare né mattarello né nessun aiuto meccanico.
  • La pizza deve avere le seguenti misure: 35cm di diametro con uno spessore di un terzo di centimetro al centro.
Pizza che si cuoce, all'interno di un forno a legna
un’appetitosa pizza che cuoce in un forno a legna tipico delle pizzerie – Foto di Hemant Latawa su Unsplash

Grazie alla sua popolarità nel mondo, sono nate molte varianti della pizza. Infatti, nelle pizzerie troviamo listini pieni di appetitose proposte che ci fanno ogni giorno amare questo piatto italiano che ha la caratteristica di unire tutti attorno a una tavola. Quindi, non ci resta che ordinare una pizza! Solo scrivendo questo articolo ci è venuta una gran fame!


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Matteo Corazza

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