Come ho imparato 7 lingue prima di compiere vent’anni
Ciao, Hola, Bonjour, 你好, Bon dia, Hello… e in Lingua dei Segni Italiana non è possibile scriverlo, come ben immaginerete.
Si avete letto bene: 7 lingue. Come ci entrano tutte nella testa?
Non lo so, ma so che non sono un caso unico al mondo, ci sono persone che ne sanno anche di più.
Comicio dal dire che ho molti amici bilingue o che comunque ne sanno almeno 3. È una capacità naturale e ognuno ne ha una particolare (provate a mettermi sotto il naso un’equazione, probabilmente fuggirò). In famiglia abbiamo sempre avuto una certa versatilità nel parlare più lingue e, a quanto pare, ne faccio sicuramente parte. Ho parenti in Svezia, in Cina, in Corea, in America… e chissà dove ancora. Certamente, non dovete per forza avere parenti sparpagliati per tutto il globo per imparare una lingua, di fatto, la sfida più grande è mantenerla viva.
Ed è qui che bisogna avere un po’ di spirito di iniziativa: leggere, ascoltare, parlare (o segnare) e scrivere nelle lingue che si conoscono mantiene attiva la competenza linguistica. Le passioni vanno coltivate.
Prima lingua, una scelta che non dipende da noi?
Ormai siamo quasi tutti esposti ad almeno un’altra lingua straniera fin da piccoli, complice anche la scuola. Di solito questa lingua è l’inglese. Anzi direi che è sempre quella. L’inglese infatti, è stata la primissima lingua anche per me. Ho un rapporto affettivo (prendetemi pure per un maniaco) molto profondo. È quella che sento fin da quando sono piccolo ed è quasi naturale come l’italiano. Si potrebbe dire che è la mia seconda lingua materna ma pur muovendomi praticamente in qualsiasi ambito, non è esattamente così. Grazie alla mia famiglia e agli insegnamenti a scuola l’inglese è diventata davvero forte e non ho intenzione di abbandonarla. Dopotutto, ne abbiamo passate tante insieme.
Seconda e terza lingua, obbligo o vocazione?
La prima lingua è facile, di solito non si ha molta scelta. E dopo? Prima di tutto, bisogna avere le idee abbastanza chiare, ovvero scegliere un liceo che sia in linea coi propri interessi. Io, per esempio, optai per il linguistico. Il secondo passo era scegliere a quali lingue dedicarmi. Io sono andato diretto su spagnolo e francese. Come mai? Forse dagli avvertimenti riguardo la pericolosità del tedesco da parte di mia madre. Ma al di là delle vicende troppo personali, scegliete due lingue che vi piacciano, non importa se vi diranno “Non troverai lavoro con questa lingua” o “Il tedesco lo parlano solo in Germania“. Se a voi piacciono, ¡adelante!
Quarta lingua, pronti a fare sul serio?
Arriviamo al punto focale. Per me la quarta lingua è stata il cinese, lingua che intrapresi per puro interesse. Sì, dopo aver saldato le fondamenta del mio francese e del mio spagnolo, ero pronto a inglobarne un’altra, tramite un corso extra scolastico. Conosco molte persone che l’hanno imparata come terza e così torniamo alla seconda domanda: se vi piace, perché no? Per la quarta lingua comunque vi suggerisco qualcosa di completamente diverso. Lanciatevi sul russo, sull’arabo, sul giapponese o sul coreano o su qualsiasi altra lingua che vi faccia ampliare gli orizzonti e vi costringa a pensare in maniera diversa da quella a cui siete abituati. Scoprirete un mondo completamente nuovo e, alla fine, penso che l’unico modo per crescere sia esporsi a qualcosa che a noi è estraneo.
Quinta lingua, una realtà senza musica?
Arrivato a sapere quattro lingue, per la quinta decisi di sfidare me stesso e provare qualcosa di eccezionale: una lingua segnata. Per sfatare il mito, non ne esiste una sola nel mondo. Altrimenti anche le lingue vocali sarebbero condensante tutte in una (chi studia esperanto sarebbe contento ma non è il nostro caso). Io ho studiato LIS (Lingua dei Segni Italiana) ma potete dedicarvi alla LSE (Lingua dei Segni Spagnola), alla LSF (Lingua dei Segni Francese) o ancora alla ASL (Lingua dei Segni Americana). Insomma a voi la scelta. C’è da dire che è un mondo che a noi sembra molto distante ma invece, facciamo tutti parte della stessa realtà e sono sicuro che rimarrete affascinati da quante cose potete imparare con una lingua segnata. Per esempio: come ascoltano la musica i non udenti? Se siete curiosi, date un occhiata qui.
Sesta lingua, un cambio decisivo?
La sesta lingua l’ho imparata cambiando paese. Da quando sono a Barcellona il catalano fa parte della mia vita e per un italiano è addirittura più facile che per uno spagnolo, credetemi. Possiamo considerarla più come una lingua “bonus” se vi va, perché in effetti, al di fuori della Catalogna non la si parla.
Curiosità: quasi qualsiasi catalano conosce Alghero, in Italia, perché si parla catalano, con una pronuncia diversa certo, ma comprensibile.
Questo non vuol dire che dovete necessariamente trasferirvi altrove per imparare la vostra sesta lingua, ma se siete abbastanza audaci troverete il modo di farci stare anche questa.
Settima lingua, chi manca all’appello?
Siamo arrivati all’ultima lingua. Cosa manca? L’italiano, ovviamente. Eh sì, non penserete di non tenerne conto. La vostra lingua madre è la più importante. È tutto quello che siete, e vi conosce meglio lei di chiunque altro. Non dimenticatevi che l’italiano non è facile ma per me è la lingua più bella del mondo quindi, usatela con orgoglio.
“Sì, caro signore, per me non c’è dubbio che gli angeli nel cielo parlano italiano.”
Thomas Mann
Ecco qui la mia (non poi così tanto) breve storia. Ah quasi dimenticavo: ho anche fatto un breve corso di olandese, ma chi se lo ricorda più ormai. Prossimo passo? Magari imparare lo svedese… e voi, quante lingue sapete o vi piacerebbe imparare?